Editoriale J Poche volte il risultato elettorale è stato, nella storia del nostro paese dal 1945 ad oggi, così difficile da commentare e interpretare· co.me per queste ultin1e elezioni del 22 e 23 novembre. I comunisti, naturalmente, pretendono anche questa volta non solo di essere gli itnici e veri vincitori, ma ancJze di aver capito tutto. La variante attitale è che, a far compag·nia ad essi in siffatta presunzione, ci sono i liberali e. l' on. Malagodi. La realtà è, purtroppo, diversa; e diciamo « purtroppo », perché, quando i risultati elettorali sono chiari, anche l'interpretazione e il conto che ne debbono fare i politici e il paese possono essere -chiari e le conseguenze, ancorché - eventualmente - spiacevoli, presentano il vantaggio (che in politica è talora preferibile ad ogni altro) di essere largamente prevedibili. Nel caso delle recenti elezioni, poi, concorre ad aun1entar11e l'importanza il fatto che esse sono state l'ultima impegnativa consultazione della grande maggioranza d'el corpo elettorale nazionale prima delle « politiche » del 1968 e delle « amministrative » del 1969. Se (come ci auguriamo) niente verrà a turbare il nor1nale svolgimento della vita italiana, solo fra quattro anni circa vedremo tornare alle urne una così grande massa di elettori nello stesso momento; e poiché nel valore politico e morale dei « litdi cartacei » abbiamo cred·uto e crediamo profondamente, riteniamo che sarebbe stato di grande vantaggio a tutto il paese se da questa ultima grande c-onsultazione popolare fosse uscito un verdetto veramente chiaro. E da che cosa deriva, dunque, la poca chiarezza delle elezioni ultime? Innanzitutto, certamente, d'al grave contrasto determinatosi tra i lievi spostamenti numerici (assoluti e percentuali) fatti registrare dalle votazioni di ciascun partito e la indubbia fluidità di una parte co,nsiderevole del corpo elettorale. In secondo luogo, dal clima politico in cui le _elezioni si sono tenute e dal tono particolarissimo che ha assunto la campagna elettorale. Vediamo un po' il primo punto. Gli spostan1enti numerici sono stati - come si è detto - lievi. Guarda11-do ai soli dati delle provinciali, il PCI ha registrato rispetto alle elezioni del 1963 un aumento della sua percentuale di voti pari ad appena 0,5 punti; i liberali tln aumento di un solo punto; i socialdemocratici un aumento di 0,31 punti; la DC una diminuzione di soli 0,91 punti. I repubblicani (se con i voti del PRI si so-mmano quelli del partito sardo d'azione), i socialisti (se 3 ·sibliotecaginobianco
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