Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

lviichele Novielli società meridionale. Arrivano a Torino dal Sud uomini e donne: dopo le prime esperienze in una nuovà civiltà, gli uni e le altre subiscono due movimenti o·pposti. Vi giungono co,n un ritardo di_ cinqu~nt'anni e più. Ma, àopo alcuni mesi di permanenza, la donna cerca,· in alcune manifestazion~ della sua vita, di accorciare quella distanza, quasi sempre la raggiunge, perfino la supera. L'uomo, invece, per alcune sue reazio-ni, ritorna anco,ra più indietro. L'una ha vent'anni di meno rispetto all'età storica, il secondotrenta, quarant'anni in più. La prima assimila la nuova çiviltà, il secondo se ne difende con l'antica arma (la furberia nel lavoro e il sospetto nelle relazioni con il prossimo). Per la donna meridionale la nuova società è la scoperta della vanità; per l'uomo è una continua provocazione del sospetto. Nella prima spesso avviene un'esplosione di vanità, dopo averla conosciuta per la prima volta; nel secondo il sospetto, continuamente sollecitato, spesso esplode in un delitto. La ragazza, la sposa calabrese (o siciliana, o pugliese, o lucana) scopre -il rossetto per le labbra, le infinite sollecitazioni delle vetrine di un negozio di abbigliamento, di una profumeria. Tutta una civiltà la seduce, la tenta, la invita a disfarsi della vecchia pelle di do11na meridionale. Scopre i nuovi rapporti tra uomini e donne, più aperti, più liberi; lavora, acquista un'indipendenza economica, se è giovane; collabora economicamente con il marito, se è sposata. Non resiste, non sa resistere; è una nuova età che incomin·cia per lei: l'età della vanità. Tutto un patrimonio di tabù, di privazioni, di paure, di divieti, crolla, si frantuma, e lei si scatena, spesso va oltre il segno. Il peccato non è più l'infrazione a una legge ·antica, ma il segno di una libertà sco-perta, assaporata per la prima volta. E l'uomo? Mentre la donna subisce un movimento di disgregazione, l'uomo ne subisce uno di coesione. Di fronte· ai nuovi rapporti tra uo·mini e donne, lui si sente indifeso, inerme, e reagisce con violenza. La libertà della donna è il peccato della donna, la vanità della donna è la libertà della donna: questa è la sua logica. Il sospetto assume dimensioni gigantesche, diventa un enorme, smisurato occhio che controlla, sorveglia, diffida. L'uo,mo meridio·nale 110n ha più complici. Nel piccolo paese calabrese (o lucano o siciliano) questo perenne sospetto è mitigato dall'ambiente: la donna la si controlla continuamente nel chiuso, gerarchico universo della piazza, della strada, del vicolo; ci sono gli ~Itri, i complici, cioè gli amici, i parenti, i paesani, i 11emici, a sorvegliarla, co-ntrollarla, spiarla; sono gli altri a difenderla, paradossalmente, dal peccato. Sono gli altri a inventarla donna continuamente te11tata dal peccato, ma tremendamente impossibilitata a compierlo. Prendiamo il pudore meridionale (chiamatelo come volete, virtù, onestà, e via dicendo), analizziamolo, strappiamolo soprattutto · ai miti e alle sovrastrutture, e dentro vi troveremo quella sorprendente difesa degli altri più che la coscienza del gesto. Nella città grande, spaziosa, tentacolare, l'uomo meridio 1 nale non ritrova / l'altro, il complice del pudore della sua donna. È solo, con il sospetto che 46 \ Bibliotecaginobianco

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