Giorn,ale a più voci era stato mediocremente informato sul reale stato dei rapporti tra i pubblici poteri e la gioventù. Gli estensori del su.o discorso gli fecero promettere di rinnovare uno sforzo che il Governo non ha mai compiuto. Lo indussero anche a sostenere cl1e lo sport costituirebbe una voce della « spesa pubblica » italiana, là dove se1nn1ai può essere annoverato tra le « entrate», se ·è vero che l'Erario incamera la maggior parte dei provventi del I'otocalcio, riservandone la minore al sostentamento del Comitato Olimpico, delle federazio·ni e dei cosidetti enti di propaganda, emanazione pseudosportiva dei vari partiti con dichiarati fini di proselitismo politico. Sconoscendo senza propria colpa questa verità di fondo, l'on. Moro fu indotto quella mattina dal suo te1nperamento prudente a circondare le promesse governative di mille remore e cautele, che avrebbero poi suscitato impertinenti chiose nei giornali specializzati. Ricordò il presidente del Consiglio « che siamo in un momento ancora sfavor~vole della nostra econo.mia, il che ci costringe a comprimere la spesa pubblica ». Anche in chiave retrospettiva, egli spiegò « con la limitatezza delle risorse finanziarie e la molteplicità degli interessi da soddisfare» la necessaria « gradualità» con cui il Governo sarebbe venuto incontro, in passato, alle attese degli sportivi. In verità, né il Governo è 1nai venuto incontro, dai gio1 mi della Libe- .razione in poi, alle attese degli sportivi, né il problema dell'educazione fisica e ricreativa dei giovani (di ciò soprattutto 1 si tratta) rappresenta soltanto uno dei tanti « interessi» a cui deve soddisfare la ragioneria dello Stato. Il discorso da far fare al Presidente del Consiglio sarebbe stato completamente diverso. L'on. Moro, e con lui tutto il ·Governo, anzi l'intera maggioranza parlamentare di centro-sinistra, dovrebbero configurarsi quel problema come un compito istituzionale della democrazia repubblicana, da assolvere secondo una precisa linea politica ed ideologica, nel quadro globale della programmazione. Socialisti, democristiani e repubblicani dovrebbero ~ersuadersi a tutti i livelli del valore che può acquistare l'educazione fisica e ricreativa - insisto sull'abbinamento dei due termini - come un momento complementare, ma non trascurabile, dell'intervento pubblico nel settore giovanile, dalla scuola alla fabbrica, dall'organizzazione democratica di base alla riforma urbanistica. Non basta, in altre parole, ipotizzare in termini più o meno condizionati lo sta11Ziamento di una certa so·mma nel bilancio di questo o di quel dicastero, per sovvenire alle necessità delle federazioni e degli altri organismi ufficialmente riconosciuti: bisogna riprendere ed allargare i vaghi cenni del piano Saraceno, partendo· dall'affermazione del valore educativo, anche in senso civico, della pratica sportiva - in sede, si capisce, esclusivamente dilettantistica. Purtroppo, il contesto del discorso pronunciato con la più evidente buona volontà dall'on. Presidente del Consiglio non rappresentò il solo aspetto negativo della cerimonia tenuta a .palazzo Chigi il 9 novembre. Anche il modo con cui essa ve11ne allestita, fu poco efficace. Si stiparono atleti, dirigenti e giornalisti, un totale di oltre duecento persone, nella Sala dei Ricevimenti: locale ristretto, male illuminato e del tutto inadeguato 41 Bibliotecaginobianco
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