lvote della Redazione più o meno imminente e più o meno definitiva: troverà, insomma, gli scritti di Vittorio de Caprariis che ha· continuato per noi il discorso che Mario Paggi aveva aperto per noi. . . L'amico più anziano, cui ora dedichiamo addolorati queste poche righe, e l'amico più giovane, q·uasi coetaneo, al quale abbiamo dedicato l'editoriale del mese di luglio, in attesa di potergli dedicare un numero speciale, sono ora, per così dire, per dirla, anzi, con lo stesso Mario Paggi, una « realtà » della nostra « memoria ». E Mario Paggi scriveva appunto che con la « memoria » si devono fare sempre i conti perché essa è « prodigiosa suscitatrice di miti, presenza operosa del passato, vita delle cose morte, elaboratrice del futuro tanto più prestigiosa quanto meno valutata ». Paggi, quando scriveva queste parole, si riferiva, se non andiamo errati, alla collezione della sua rivista che chiudeva i battenti. E aggiungeva che « solo quel che non si ricorda è morto per sempre». Noi lo ricorderemo sempre, Mario Paggi, e lo ricorderemo insieme con l'altro amico nostro, con il quale egli ha avuto in comune non tanto l'anno che per entrambi è stato l'ultimo, quanto il senso profondo e tragico della « democrazia come costruzione concreta dello Stato moderno ». 34 \ Bibliotecaginobianco
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