Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Note della Redazione cale e pieno della parola; e la sua rivista, significativamente intestata allo « Stato moderno», aveva con sistematica insistenza rivendicato l'attualità di una funzione liberale e liberatrice dello Stato nella società moderna, minacciata dall'« insorgenza feudalizzante di chiuse caste economiche e burocratiche ». Ma le vicende della lotta politica italiana - così come hanno provocato un avvicinamento dei socialisti alla linea che Paggi aveva indicato fin dagli anni della Resistenza - hanno provocato pure un allontanamento dei liberali ufficiali, oggi definitivaniente «malagod'iz.zati », dalla linea che Paggi ha cercato di far valere fino agli anni in cui si sono· consiLmate le speranze suscitate dall'itnificazione di Torino: oggi il PLI è il partito che rappresenta direttamente gli interessi particolari connessi all'« insorgenza f eudalizzante » delle più chiuse oligarclzie economiche. Noi, su « Nord e Sud», durante questi anni, abbian,zo ripreso molti dei motivi del discorso critico che, sulle pagine di « Stato moderno », Mario Paggi aveva irnpostato e portato avanti nei confronti del gretto conservatorismo dei liberali, del polveroso dottrinarismo dei socialisti, dello sterile moralismo degli azionisti. E se dovessimo indicare, fra le testate di riviste politiche del secondo dopoguerra qt-telle che hanno sempre costituito i punti di riferimento, ideali e politici, per la scelta degli argomenti che su « Nord e Sud » abbiamo sentito di dover approfondire sistematicamente, indicheremmo in primo luogo, insieme con « L'Acropoli » di Adolfo Omodeo, « Stato moderno» di Mario Paggi. Non è a caso, che proprio su « Nord e Sud», sia apparsa nel maggio del 1961, a cura di Paolo Ungari, una documentata rievocazione di « Stato moderno », poco dopo che era apparsa, a cura di Nicola Pierri, una rievocazione de «L'Acropoli». Si voleva, appunto, significare con quei due saggi -· dedicati alle due riviste del Partito d'Azione che- avevano avuto tanta infiuenza su di noi, negli anni verdi della democrazia italiana, quando si andavano precisando pure i nostri orientamenti etico-politici - che il lib·eralismo di « Nord e Sud » si voleva rifare ad antenati autorevoli e voleva essere la continuazione di quello di Adolfo Omodeo e de «L'Acropoli», di quello di Mario Paggi e di « Stato moderno ». Mario Paggi si è spento a Milano in questo autunno, nello stesso anno in cui « Nord e Sud» ha perduto, con Vittorio de Caprariis, uno dei suoi fondatori ed animatori. Il tema della rivista di 1\1.ario.Paggi era stato appunto quello della « de1nocrazia, come costruzione concreta dello Stato moderno »; e giustamente Paolo Ungari rilevava, nel saggio citato, che in questa enunciazione « l'accento non batte sul programma economico, ma su un coerente disegno di politica costituzionale e di legislazio·ne organica». Ebbene, chi sfogli la collezione di « Nord e Sud» dal 1955 al 1964 troverà molti articoli e saggi su questo tema della « democrazia, come costruzione concreta dello Stato n1oderno »; troverà approfonditi molti aspetti dei problemi che si possono riassumere nell'esigenza civile e politica di predisporre le gar.anzie della libertà; troverà molte proposte relative al_ e< coerente disegno di politica costituzionale » che da Mario Paggi e dai suoi amici era stato anticipato e proposto quando altri, in Italia, non parlavano che di palingenesi sociale, 33 · Biblioteçaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==