Note della Redazione stiani l'alibi politico per una scelta a destra, della quale poi sarebbero dichiarati responsabili i socialisti stessi. E, d'altra parte, ai socialisti non si può chiedere di lasciarsi condizio_nare da una « operazi(?ne squillo » diretta a creare una maggioranza di centro-sinistra con t'apporto di tre o quattro nionarchici disposti a diventare « indipendenti », o addirittura democristiani, in cambio di qualche « posto », o semplicemente di qualche « favore ». Questo significa che una giunta minoritaria di centro-sinistra può essere formata. soltanto se si è disposti a caratterizzarla fortemente: nori solo per mezzo di un ar 1nzatissin10 programma amministrativo, ma anche per mezzo degli uomini che tale programma dovrebbero attuare. Infatti, solo una giunta di centro-sinistra che fosse qualificata da un programma veramente significativo e formata da uomini la cui presenza nei posti-chiave costituisca una garanzia per l'attuazio·ne di tale programma in un clima politico nuovo e per la coesione dei gruppi che siano disposti ad accordarsi su una serie di punti fondamentali (legge speciale, piano regolatore e uomini nuovi, giovani, capaci al consorzio per lo sviluppo industriale) potrebbe portare avanti un' audace operazione politica senza negoziare, né a destra, né a sinistra, il modo di assicurarsi la 1naggiora11za:si tratta, cioè, di rovesciare sui gruppi consiliari di opposizione la respo11sabilità - di cui tanto si parla, e per lo più con accenti, per così dire, ricattatori - della scelta: . il programma del centro-sinistra o un altro periodo di co·mmissariato, sia pure brevissimo, perché il programma di ceritro-sùiistra, qualora fosse respinto dalla convergenza dell'opposizione comunista e dell'opposizione di destra, dovrebbe essere subito riproposto all'elettorato, chiamato a giudicare, appunto, delle responsabilità di coloro che tale programma non avranno voluto sostenere. È possibile una operazione del genere con gli uomini che rappresentano oggi a Napoli la DC? I precedenti non sono certo incoraggianti. E tuttavia, tra gli elementi da considerare a favore di una soluzione di centro-sinistra, si deve pur ricordare. che una soluzione del genere fu cercata (sebbene fosse poi realizzata in maniera per più ragioni insoddisfacente) dalla DC, quando JJer il centro sinistra, dopo le elezioni del 1962, non erano disponibili in consiglio più di 32-33 voti. Oggi ve ne sono, come si è detto, 38. È chiaro, comunque, che socialisti e socialdemocratici non dovrebbero dichiararsi disponibili che per un centro-sinistra intransigente, da realizzare, nei vari tempi che esso presuppone, con il massimo impegno e con uno stile rigoroso, del tutto diverso da quello incerto e scolorito con cui fu tentato l' esperi1nento minoritario nel precedente consiglio èomunale. Se questo non fosse possibile, si assuma la DC la responsabilità di affrontare i problemi napoletani con una maggioranza di centro-destra. Ai socialisti e ai socidlden10cratici non mancheranno le munizioni per assolvere pienamente ed efficacemente la fu1izio11e di oppositori; e non per questo saranno risucchiati. in uno schieramento frontista. Certo, con una giilnta di centro-destra che facesse l'industrializzazione con Palmieri e il piano regolatore con l'UCID, i voti comunisti aumenterebbero, e sensibilmente, a Napoli. Ma non per colpa dei socialisti e dei socialden1ocratici. / 28 ' Bibliotecaginobianco
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