Francesco Compagna italiana, ed europea, e poi, soltanto poi, eventualmente, sia i progetti di nuovi trafori alpini (dopotutto la Lombardia è servita, anche se meno direttamente del Piemo,nte, dai trafori di cui si è detto· che so,no· entrati o che dovranno entrare in funzione), sia i progetti di nuove autostrade nelle già relativamente ben servite regioni dell'Italia centro--settentrionale (dopotutto i torinesi, per imboccare l'Autostrada del Sole, se no~ possono andare in autostrada a Piacenza, possono andare in autostrada a Milano, poco più a nord, m-entre i baresi, se vogliono risalire la « grande dorsale », devono venire a Napoli o risalire a Bologna nelle condizioni stradali più disagevoli). D'altra parte, si deve riconoscere e tener presente che, dal momento in cui l'Autostrada del Sole è stata aperta tutta al traffico, annullando, fra Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, gli « ostacoli della geografia», e dell'orografia in particolare, il problema di integrare il più profondo Sud nella nuova rete autostradale che l'Italia si è data è diventato•, comunque, un pro.blema la cui soluzione condiziona tutte le altre questioni inerenti alla politica meridionalista, che è quanto· dire la politica di unificazione economica e civile del pa,ese. E pertanto le opere che si sono più sopra indicate (pro,lungamento meridionale del1' Autostrada del Sole, Napoli-Bari, Basentana, Bologna-Canosa, autostrade siciliane) devono avere la precédenza assoluta nei confronti di ogni altra opera autostradale e nei co,nfro,nti di altri programmi di pur· necessarie, ma meno urgenti, o,pere pubbliche. . Il rilievo eh.e ha avuto sulla stampa na_zionale (e anche sulla stampa internazionale: significativo, per esempio, un editoriale de « Le Monde ») la cerimonia del 4 ottobre (apertura al traffico del tronco OrvietoChiusi, onde l'Autostrada del Sole fra Milano e Napoli può dirsi ormai tutta percorribile) non è in definitiva cl1e una delle tante testimonianze del valore rivoluzionario che gli italiani attribuiscono, e giustamente, al fatto che, come si diceva, certi << ostacoli della geografia » siano stati rimo-ssi e, di conseguenza, il Sud sia stato avvicinato al Nord. Ma è anche vero che, se il Nord· è diventato più vicino p-er i meridionali, tutto il Sud che si trova al di là del Cilento e al di là della ormai mitica piana di Eboli, è div-entato - per i settentrionali che possono raggiungere Napoli da Milano in circa otto ore - relativamente più lontano: molto più lontano·, e, per dirla con Giustino Fortunato, più ch,e mai « segregato dal punto di vista topografico». Inoltre, l'antico male del Mezzogio~o, la grande difficoltà di comunicazioni fra i due versanti, non risulta affatto attenuato; risulta, anzi, aggravato, perché, quando le comunicazio-ni fra Napoli e Milano diventano tanto più agevoli, il fatto che quelle fra Napoli e Bari, o fra Napoli e Taranto, siano rimaste tanto disagevoli 20 Bibliotecaginobianco
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