... .. ( La segregazione e la scissione del 1\1ezzogiorno alpini; né che si possano accogliere nuov,e .pro·poste e subire nuo,ve pressioni per aprire, grazie all'intervento della finanza pubblica, nuovi costosi trafori. Si tratta di decidere quali passi alpini devono essere assolutamente e imm-ediatamente collegati all'Autostrada del Sole (e siano pure, come indicava « Mondo· economico», il Brennero ed il Frejus, sempre che, per quanto riguarda l'arco alpino occidentale, non sia preferibile, come a noi sembra, stabilire anche e anzitutto· uno scorrevole raccordo, per la Val d'Aosta con il traforo del Monte Bianco e con quello del Gran S. Bernardo); e si tratta di capire che i trafori che si sono già scavati o eh.e si stanno già scavando devono servire tutte le regioni e tutte le provincie, quale più e quale meno, quale meglio e quale peggio, perché non si può pretend!ere che si scavino, tanti trafori quanti ne sono richiesti dagli interessi specifici e circoscritti di ogni regione e di ,, ogni provincia piemontese, lombarda, veneta (onde poi l'esigenza di sempre nuovi raccordi con l'Autostrada del .So1e). Ora, per ese1npio, si parla del traforo dello Stelvio perché la Lombardia si sente sacrificata rispetto al Piemonte, che più direttamente si può avvalere del traforo del Monte Bianco e di quello del San Bernardo; e che si potrà prima o poi avvalere anche di quello del Ivlo,ncenisio. Ma in pari tempo il Piemonte stesso ne vuole un altro, di trafori, quello- del Marcantour, perché la Costa Azzurra possa essere raggiunta, da Torino e da Cuneo, più facilmente di quanto attualmente non sia possibile attraverso il colle di Tenda o quello della Maddalena. E giustamente « Le Monde >) ha rilevato che un traforo non solo- « costa caro », ma presuppo-ne anche, quando è internazionale, un accordo - internazionale, per l'appunto· - che definisca chiaramente gli interessi, gli oneri e le responsabilità dei paesi ben,eficiari e co·ntraenti; e che, nel momento in cui l'apertura del traforo del Montè Bianco pone già con1plicati pro-blemi, tecnici, giuridici e finanziari, non è il caso di intraprendere nuove imprese del genere: « a quale scopo, infatti, scavare un tunnel, se esso non può poi essere servito da grandi vie di comunicazione che ne assicurino la redditività? ». Ciò che è vero per la Francia. (no,n serve a niente, scriveva ancora « Le Monde », scavare le Alp,i e realizzare con grandi spese opere stradali e ferroviarie audacissime, v,ere e proprie « chiuse », se poi le strade che vi adducono risultano ancora troppo strette o mal orientate), è, dunque, anche vero per l'Italia: prima i raccordi delrAutostfada del Sole con i trafori che sono entrati o che dovranno entrare in funzione, e poi, soltanto poi, eventua_lmente, nuovi trafori. E a maggior ragione prima l'inserimento del Mezzogiorno nella rete autostradale 19 Bibliotecaginobianco
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