Adolfo Battaglia di un regime autoritario miticamente capace di risolvere ciò che la classe politica democratica è stata incapace di affrontare. Ad un altro problema porta poi una attenta considerazione del caso Ippolito, cioè a quel che si chiama normalmente la « politica della giustizia ». Di fronte ad una magistratura che prende così pericolosi dirizzoni non è vero che il potere politico no,n abbia armi per intervenire. È vero invece che le vie che si offrono sono ancora una volta due. La prima è quella tradizionale, che con ottimi risultati scelgono i regimi dittatoriali, ma alla quale governi democratici non possono ricorrere, come l'esperienza dimostra, se non con risultati mediocri e negando la concezione su cui si reggono : la via della pressione diretta sulla magistratura, del suo assoggettamento, della strumentalizzazione della giustizia, nei casi che all'esecutivo interessano•, come ancella della politica. La secon-da strada è quella dell'auto·governo della magistratura. C'è molta gente oggi che, spaventata degli indirizzi che i casi Ippolito e Marotta lasciano intravvedere, si domanda meravigliata come si po-ssa pensare a dare alla magistratura ancora più indipendenza di quanta non ne abbia. Se con questo grado di indipendenza accade tutto ciò - si dice - che cosa avverrà quando la magistra~ura sarà completamente auto-noma? E sarebbe come rifiutarsi di proseguire una lezione di nuoto perché, scesi in acqua, si è bevuto un po'. Certo, se si sa nuotare poco, si berrà; ma non c'è altra via, per non bere, che continuare a stare nell'acqua e imparare definitivamente a nuotare. Così, non è il principio dell'indipendenza della magistratura cl1e deve essere rimesso in questione, ma la qualità di questa indipendenza. E se ci si accorge che nella magistratura indipendente predomina un indirizzo conservatore, bisognerà cercare di fare qualcosa per democratizzare la magistratura, non per toglierle l'indipendenza. Perché, qui è il punto, non si po~ranno limitare le influenze conservatrici sulla magistratura, oggi purtroppo n1assime, se no·n andando avanti sulla strada dell'autonomia. Abbiamo oggi in Italia la peggiore delle leggi in questo campo: la legge che determina l'assoluta prevalenza nel Consiglio superiore della Magistratura di quegli alti magistrati il cui orientamento può a grosse linee dirsi retrivo e che restringe il diritto di voto e la rappresentanza di quei giovani magistrati (venuti alla funzione nel dopoguerra, e in generale più aderenti alla vita e alle esigenze del corpo sociale italiano) il cui indirizzo- può a grosse linee dirsi « democratico ». / Ora, come si diceva, se c'è qualcosa da chiedere al guardasigilli 14 Bibliotecaginobianco
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