Storia dell'industrializzazione veneziana sione finanziaria del gruppo Montecatini, che si estrinseca nell'acquisto dei tre stabilimenti della Vetrocoke (coke, vetri e cristalli, azotati) e in quello della Monteponi e Montevecchia (zinco). Con quest'ultima operazione, la fisionomia finanziaria di Marghera risulta ulteriormente semplificata rispetto all'anteguerra: le ver·e industrie della zona appartengono tutte o alla Edison, o alla Montecatini, o alla SAVA, o allo Stato. Ma la concentrazione finanziaria, cui la Montecatini dà in questo dopoguerra un notevole contributo, non ci interesserebbe in questa sede se non lasciasse sottintendere che di pari passo sta avvenendo a Marghera, all'interno dei singoli gruppi, un analogo processo di concentrazione tecnica ed ·economica. Si è già visto, in precedenza, quali relazioni di complementarità fosse possibile scorgere tra i diversi settori produttivi di Marghera. L'op-erazione finanizaria del gruppo Mo•ntecatini non può essere stata senza conseguenze sulla complementarità tra i tre stabilimenti della Vetrocoke (fondata sulla utilizzazione del gas di coke) e su quella tra questi stabilimenti e quello «Ceneri» con gli stabilim·enti produttori di fertilizzanti; oltre che su quella tra stabilimenti della metallurgia dell'alluminio tra loro e con lo stabilimento « Ceneri ». Del pari, l'operazione Edison a Marghera si ,estrinseca nella istituzione di quattro stabilimenti che, assieme al S. Marco, acquistato dal gruppo, presentano un alto grado di integrazione tecnica reciproca. Così, per fare solo qualche esempio, l'acetilene pro 1dotta dal S. Marco (carburo di calcio) o dalla Edison (metano) entra nel processo· produt- - tivo delle resine e dei solventi con il cloro prodotto dalla Sicedison, o nella produzio,ne di fibre sintetiche acriliche (ACSA) attraverso la prodl1zione di derivati acetici (Edison). O ancora, la stessa acetilene viene utilizzata per la produzione di acido cianidrico, (Sicedison) co,n l'ammoniaca (Edison) che, a sua volta, entra nella produzione di fertilizzanti (Edison), e così via. Ancora una volta, l'esempio del gruppo Edison risulta illuminante per chiarire che cosa di nuovo sia intervenuto a Marghera nel secondo dopoguerra. Marghera non è ancora - e non si sa se lo diventerà mai - un con1binat vero e proprio. Pure, all'interno dei vari gruppi, si va stabilendo un forte grado di concentrazione tecnica; e questo modifica le semplici condizioni di i1npianto che hanno presieduto alla localizzazione dei primi stabilimenti, nell'intervallo tra le due guerre. Oggi non si può più parlare di stabilimenti: bisogna, invece, parlare di « complessi » o di gruppi, e l'integrazione o la complementarità è diventata uno dei principali fattori di localizzazione.- In altre parole, 127 Bibliotecaginobianco
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