Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Calogero Muscarà una zona di paludi e di .barene a livello inadeguato e non ancora consolidate in vera e propria .terraferma. . Non è difficile vedere come le favorevoli condizioni poste in essere dalla posizione geografica venissero annullate dagli svantaggi del sito lagunare, ma non presentassero sufficiente grado di convenienza ·economica nemmeno in terraferma. Non è ipotizzabile che come caso limite quello di un imprenditore disposto a sobbarcarsi alle spese di: a) eséavo di un canale navigabile entro la laguna e fino al bordo della terraferma; b) assetto di sia pur modeste attrezzature portuali di sbarco, deposito e imbarco; e) consolidamento del suolo; d) costruzio·ne di raccordi ferroviari e stradali con le linee già esistenti; e) approntamento delle altre infrastrutture. E ciò, quando· l'industria pesante è già per sua natura forte consumatrice di capitali che immobilizza per lungo tempo. Anche se l'ambiente socio-economico della città fosse stato in grado di affrontare il rischio degli investimenti richiesti da un'industria pesante, è pensabile che esso avrebbe cercato di trovare altrove un. sito· più favorevolmente dotato. In realtà, esisteva, a Venezia, un gruppo finanziario, anche se non espresso da quel ceto sociale che aveva caratterizzato là storia della Serenissima e che già da tempo aveva investito i propri capitali in impieghi immobiliari sulla terraferma, abbandonando gli impieghi mo"'." biliari, contemporaneamente al decadere delle fortune marittimo-commerciali della città. Il nuovo gruppo - che si raccoglieva intorno a Volpi, Gaggia e Cini- veniva formandosi, invece, in stretta relazione con lo sviluppo dell'industria idroelettrica sulle Alpi orientali e con quello del turismo sulla città lagunare. E questo gruppo, cui interessava trovare un impiego per l'energia idroelettrica prodotta in quantità crescente, aveva assai meno libertà di scelta di quel che non sembri a prima vista, trattandosi di dover vendere l'energia stessa ~ non molta distanza dai luoghi di pro·duzior1e, e di doverne vendere molta. Le condizio·ni tecnico-econo~ miche del trasporto di elettricità consentivano allora una libertà ancora minore di quella consentita dalle tecniche attuali. Né si poteva contare su un incremento « spontaneo » dei consumi non industriali o di quelli inçlustriali che fosse in grado di assorbire la quantità di energia che la SADE produceva o si accingeva a produrre. Dato il basso livello di vita della popolazione delle Venezie e lo sca~so sviluppo dell'industrializzazione si sarebbe dovuto rinunciare a gran parte della produzion·e, ove non fosse stato possibile impiegarla in attività ad alto con124 \ Bibliotecaginobia.nco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==