Storia dell'industrializzazione veneziana che la zona stessa godette fin dall'origine delle esenzio-ni dalla imposta di R. M., di quella sui fabbricati e sul terreno e tiai dazi sui materiali da costruzione e sui macchinari. A differenza dei dazi protettivi, in questo caso il contributo della società si manifesta con una riduzione delle imposte godibile solo in un certo luo·go, sicché finisce per giocare un ruolo discriminante nei confronti di tutte le altre località del paese che non godo·no delle stesse riduzioni e, in ultima analisi, si concreta in un aumento delle « risorse » in senso lato a disposizione di Venezia, e quindi in un dato geograficamente rilevante 6 • 4) La localizzazione. - Non v'è dubbio che Venezia dispo-neva almeno in parte delle condizioni sulle quali abbiamo visto- poggiare da un p11nto di vista tecnico-eco,nomico l'industrializzazione di Marghera: la marittimità innanzitutto, e cioè l'accesso ai trasporti per via di mare e conseguentemente ai luoghi di produzione della materia prima. Dalla parte di terra, poi, la vasta pianura retrostante prometteva facili e rapide comunicazioni terrestri. ·vero è che, se l'ubicazione avesse do-vuto rispondere solo- alla convenienza che gli stabilimenti sorgessero lì do·ve finivano le comunicazioni marittime, l'unico criterio discriminante avrebbe dovuto essere la distanza del punto di sbarco dai porti di imbarco· della materia prima, cioè la lunghezza delle rotte, o, meglio ancora, il costo· del trasporto. E allora, se la posizione di Venezia risultava conveniente rispetto alle importazioni di bauxite dell'Istria, meno- lo era rispetto ai luoghi di approvvigionamento del carbon fossile, del minerale di ferro, delle piriti. Si vuol dire che, per questo· aspetto, altri porti del paese avrebbero potuto consentire risparmi sul costo di trasporto . via mare. 6 A partire dal 1926 poi fu concesso alle industrie della zona di derogare alla norma di legge che obbliga all'impiego delle maestranze portuali e conseguentemente di servirsi di p·roprie maestranze per tutte le operazioni di carico e scarico della merce dalle navi (autonomia funzionale). Con questo provvedimento, le industrie di Marghe~a poterono realizzare un sensibilissimo risparmio diretto ed indiretto. Indirettam_ente, il costo di trasporto risultò di tanto diminuito di quanto furono accelerate le operazioni portuali e di quanto fu diminuito il tempo di sosta delle navi in porto. Direttamente si risparmiò sulle operazioni stesse in conseguenza del diverso salario orario, normale e straordinario. Infatti, il salario orario delle com., pagnie portuali tiene conto dell'obbligo, previsto per legge, di essere a disposizione degli utenti del porto in tutti i giorni dell'anno. Sicché, come è stato calcolato, un'ora di lavoro effettivo deve compensare anche le ore di lavoro in cui il prestatore dovrà essere a disposizione degli utenti, ma non lavorerà. Alle industrie fu· inoltre consentito, in questo modo, di effettuare le operazioni durante tutte le 24 ore del giorno (mentre le Compagnie lavorano solo per 8 ore), di impiegare la stessa mano d'opera nell'intervallo di tempo in cui lavorano le macchine automatiche, infine di spostare le squadre da una nave all'altra a seconda del premio di acceleramento. 119 Bibliotecaginobianco
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