Storia dell'industrializzazione veneziana metalli e rottami. E anche la capacità produttiva misura un impiego n1assiccio di materie prime. 700.000 tonnellate di coke, 100.000 di superfosfati, 150.000 di allumina, 60.000 di acido solforico,, 45.000 di carburo di calcio, 200 milioni di m·etri cubi di gas di cok:eria, 7 milioni di mq. di lastre di vetro· e così via. I processi produttivi richiedono poi l'impiego di macchinari molto ingombranti e so-no forti consumato,ri di energia. Basterà ricordare, in primo luogo, quali aree si siano assicurate le nostre industrie (cfr. tabella 3). TAB. 3. - AREA OCCUPATA DAI PRINCIPALI STABILIMENTI DI MARGHERA NEL PRIMO DOPOGUERRA Vetrocoke mq. 200.000 ILVA » 500.000 Breda » 475.000 Manteca tini » 210.000 SAVA » 200.000 L.L.L. » 50.000 INA » 100.000 Montevecchio » 110.000 S. Marco » 100.000 S. Nafta(*) » 200.000 SADIC (*) » 250.000 SIAP (*) » 100.000 AGIP » 470.000 SADE (centrale) » 125.000 (*) depositi di olii minerali. E in secondo luogo, basterà ricordare co-me a Marghera siano pre~ senti processi metallurgici del ferro, dell'alluminio e dello zinco che sono per loro natura fondati su un considerevole consumo di energia elettrica (per ottenere 1 tonn. di alluminio si ha un consumo di 20.000 kw./h.).· Ma anche tutta la meccanica pesante e la. chimica sono forti consumatrici di elettricità. E infatti, la .SADE, dispo·nendo già di una capacità di energia idroelettrica che si aggira tra 350 e 400.000 HP, istalla a Marghera una centrale termoelettrica capace di pro-durre fino a 120.000 kw.: al solo scopo di coprire le deficienze stagionali. Quanto all'impiego di mano d'opera,. si può ben dire éhe i quasi 20.000 addetti che ·Marghera conta alla vigilia dell'ultima guerra rappresentano in senso assoluto una notevole forza di lavoro. E se, relati115 Bibliotecaginobianco
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