Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Storia dell'industrializzazione veneziana Il lato orientale della zona si apre sulla laguna con canali, moli, banchine che valorizzano il tranquillo specchio d'acque veneziano. Un canale, profondo undici metri -e parallelo al po-nte trans-lagunare, raccorda il porto industriale al canale della Giudecca e di qui al canalporto di .S. Nicolò. In costruzio-ne, è un secondo canale che, spostato di qualche chilometro più a sud, ma sostanzialmente parallelo al primo,_ collegherà la zo-na e la sua area di espansio,ne meridionale con il canalporto di Malamocco. In tal modo si potrà evitare il tortuo·so perco·rso che le navi debbono compiere nel tratto che lambisce Venezia, tra S. Nicolò di Lido, il bacino di S. Marco ed il canale della Giudecca. Dell'area industriale che si stende a sud del canale di raccordo e dell'ultimo tratto del canale industriale ovest, basterà dire che rientra nei progetti di espansione di Marghera, le cosiddette seconda e terza zona, alla cui formazione presiede un consorzio tra enti pubblici locali, st1lla scorta di una legge già approvata dal Parlamento 1 • A nord di essa, si stende la prima zona industriale, vecchia ormai di quarant'anni e completamente rico·perta di stabilimenti. Schematicamente questa prima zona, cui ci riferiremo d'ora in poi parlando di zona industriale, può essere co·nfigurata come un grosso quadrangolo, limitato a nord dalla via della Libertà, nel tratto tra l'inizio del ponte per Venezia (località I Pili) e il bivio tra via Fratelli Bandiera e via Rizzardi; ad occidente dalla via Fratelli Bandiera fino al bivio tra la statale 11 e la strada per Malcontenta; a sud dai già ricordati canale di raccordo e tratto terminale del canale industriale o-ves.t; a est infine dalla laguna. _ L'area è tagliata dal canale i11dustriale nord - che co·ntinua il canale di grande navigazione in direzione parallela a quella della via della Libertà - e dal canale industriale ovest - raccordato al canale 1 Trattasi della legge 20 ottobre 1960 relativa alla seconda zona industriale (fino al Naviglio del Brenta) e della legge 2 marzo 1963 relativa alla terza zona di espansione, in comune di l\llira. La prima legge, varata dopo che tutto il comprensorio era stato acquistato dai privati (Edison, Montecatini, SAVA e SADE per il 90%), solo formalmentt} dava dunque la preferenza nella concessione dei terreni ad insediamenti di piccole e medie industrie e a quelle dello Stato. All'articolo 9 essa p1 revedeva, invece, l'esenzione dalla procedura di esproprio in favore dei privati già proprietari di aree che presentassero entro sei mesi i piani di utilizzazione industriale. La legge più recente prevede che i terreni della terza zona vengano concessi ad industrie che: _. comportino un incremento dell'attività marittima e portuale; - completino i cicli produttivi esistenti nei settori in cui operano aziende della provincia e della regione; - incrementino direttamente ed indirettamente il livello di occupazione della provincia; -- rispettino le esigenze di sicurezza, di igiene pubblica e di incolumità degli abitanti. · Operando in un'area ancora rurale, è probabile che questa seconda legge consenta di colmare la frattura esistente tra la vecchia industrializzazione di Marghera ed il Veneto. 10·7 Bibliotecaginobianco

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