Recensioni aggirano gobbi dallo sguardo volpino, favolosi; ad Agrigento,, al co1 spetto dei templi, una ragazza contadina ricorda « una dea di terracotta, corporea » con il suo incedere duro, senza dolcezza. Ma so1 no soltanto mo·menti, app,unto quei rari abbando 1 ni di cui si diceva. A riscattarli, a sottolinearne la fragilità sopravviene spietato un humor inquietante che l1a ben altre radici che non quelle becere o blasfeme facilmente (e scioccan1ente) attribuibili all' A. per la sua sola estrazio 1 ne geografica. Resta un.a sofferenza volutamente alimentata, esasperata diremmo, dalla ininterrotta consuetudine con la letteratura greca ed alessandrina. Resta una nostalgia « venerante e impotente » per una perfezio,ne raggiunta e perduta, senza riparo. Resta, egualmente impotente, l'aspirazione a una serenità nel contemplare, nel ripensare il passato: la serenità olimpica di Goethe, impossibile oggi e lontana quanto e più degli eroi omerici. Al viaggiatore di oggi non resta che rassegnarsi, avvertito oltretutto che « è sempre un p·o' risibile sperare o soffrire al di fuori del proprio tempo, carcere da cui 110n si evade». ~tla no·n sarà certo il timore del patetico a risparmiarci un dolore che ha radici in lontane lacerazioni. Ben altre paure ci apprimono, e « 11é le agili membra del sole, né la forza villosa della terra, i talismani evocati da En-ipedocle, posso,no scaldarci o guarirci. Quali beni abbiamo perduto». ATANASIOMOZZILLO I giovani picari di Mineo La Sicilia, dal punto di vista culturale, è senz'altro una delle regioni più fertili d'Italia. Non solo per il numero considerevole di autori che -ha dato e conti11ua a dare alla letteratura, ma anche per la funzione di stimolo che frequentemente esercita su scrittori non isolani. Naturalmente non tutti riescono a penetrare gli aspetti essenziali della realtà siciliana, a sfuggire alle insidie di certe suggestioni folcloristiche, ai richiami e agli struggimenti della memoria; diversi e spesso divergenti, comunque, sono gli angoli visuali dai quali ci si pone per contemplare quella realtà. C'è chi, spinto dal fascino. di una certa tradizione, cerca di cogliere la dimensione poetica dell'isola, e chi invece, con intenti più aggressivi e polemici, preferisce metterne in risalto il tragico immobilismo, l'endemica miseria, il rassegnato fatalismo e tutte quelle altre piaghe che ne rendono asfittica la vita. Anche la 11arrativa di Giuseppe Bonaviri, siciliano di Mineo ma da alcuni anni trasferitosi in Ciociaria, dove esercita la professione di medico, prende ~e mosse dalla realtà, ma una realtà che viene continuamente trasfigurata da un'accesa fantasia, da un n·ativo senso di raffinata eleganza,. da un delicato sentimento di poesia. In altri termini quello che subito colpiva durante la lettura dei primi romanzi di Bonaviri, Il sarto, della stradalunga e La. contrada degli ulivi, era la capacità dello scrittore di avvolgere le 103 Bibliotecaginobianco
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