Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Girolanio Cotroneo riamente idea attraverso lo .Spaventa, e dal quale si era ritratto·, rifiutandolo, per volgersi ad altre esperienze culturali, quali, ad esempio, l'herbartismo ed il materialismo storico ·dì Labriola. E: attraverso 1 quest'ultimo 1 - è bene ricordarlo - il Croce giunse a Hegel (pp. 17 sgg.). Ora, queste esperienze, a nostro avviso in1portanti tanto quanto quella successiva di Hegel (anche se, per la grande statura del filo1sofo tedesco, questa fu l'esperiepza che agitò Croce per tutta la sua vita: 11 fainoso « mio amore e mio cruccio», ricordato dal Franchini in apertura del suo scritto), fecero sì che il Croce leggesse sistematicamente Hegel no11 già con animo disposto a una· ricezio,ne passiva, ma con una n1entalità filoiSofi.ca ed una concezio 1 ne della realtà già formatasi alla lettura di altri testi. Il Franchini ha individuato chiaramente le compo,nenti dell'etero,dossia hegeliana del Croce che erano da una parte il suo dialo,go con la filoso,fia co·ntemporanea, di Mach, Av•enarius, Bergso 1 n e Poincaré, dall'altra un -lungo ed assiduo rapporto co11 Marx e la sua partecipazione al dibattito marxista fra Labriola, Sorel, Bernstein, Kautsky, fra il 1895 ed il 1900; ed ultimo, ma no-n meno importante e primo- in ordine di tempo, la familiarità con l'opera di Francesco De Sanctis (pp. 21 sgg.). Così, sulla base di queste esperienze determinanti, fin dagli scritti hegeliani del 1904-05, il Croce « metteva ·in relazione la dottrina hegeliana dei concetti empirici, sorti dall'astrazione dell'intelletto:, con le contempo•ranee dottrine degli empiriocriticisti e fenomenisti e co11tingentisti, intese ad attribuire alla scienza un valore di costruzione e finzione econo•mica, notando tuttavia che l'effettiva tendenza di Hegel era quella di co·nsiderarli come una sorta di conoscenza inferiore da redimere ed elevare alla suprema conoscenza filosofica» (p. 19). Si vede da qui, e si può riscontrare dai testi crociani ·che il Franchini indica con chia~ rezza e precisione, come il sistema crociano si articolasse già fin dal 1904-05 (.quindi, prima ancora, ricordiamolo, del saggio del 1907) in maniera autonoma, avendo già il Croce iniziato quella che l'Antoni chia1nò felicemente una << operazione d'innesto » sul tronco della filosofia hegeliana; e cioè, l'inserimento in essa del momento conoscitivo-pratico che lo Hegel considerava come una sorta di philosophia inf erior: inserimento - qui ancora in embrione - che gli veniva dettato da que]le componenti della sua formazione chiaramente individuate, come abbiamo visto, dal Franchini. E sulla base di queste componenti, scrive adesso il Franchini, Benedetto Croce inizia la sua speculazione filosofica, che nasce dallo sforzo di conciliare esigenze op-poste, come tentativo di « spiegare Hegel no11 più con se stesso·, ma con la realtà, convertire dunque l'idealismo asso1uto in idealismo realistico, continuare Heg_el per quanto di storicistico restava nella sua filosofia e respingerlo per il molto di metafisica e di teologia proprio del sistema; creare una nuova filosofia per spiegarne una divenuta insufficiente ai bisogni del~ l'epoca e insieme riallacciare a Hegel, a quanto d'immortale egli aveva conquistato al pensiero umano, questa stessa filosofia, in parte polemica e distruttiva nei suoi confronti » (p. 24). --- Dopo questa premessa chiarificat~ice, il Franchini è p·otuto passare ad 98 \ Bibliotecaginobianco

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