Nord e Sud - anno XI - n. 60 - dicembre 1964

Adolfo Battaglia Il rapporto tra magistratura e autorità politica - checché ne pensino alcuni benintenzionati sociolo-ghi portati ad annegare tutto nella loro « classe dirigente » - è un- rapporto tra. due poteri dello Stato posti per così dire su un piano ideale di par1tà, ma dotati ciascuno di finalità, facoltà e volontà proprie, e perciò capaci di quella dialettica che è a un tempo garanzia del cittadino e manifestazione di vita demo-. cratica dello Stato. Perenne è naturalmente la tendenza del Giudiziàrio a diventare Legislatore attraverso una particolare interpretazione giurisprudenziale della legge; e perenne è la tendenza del Legislatore a diventare Giudice attraverso l'emanazione di « interpretazioni autentiche » della norma in vigore; non meno costante, infine, è la tendenza dell'esecutivo a controllare e subordinare la magistratura in armonia alla propria volontà politica. Ma - fenomeno più unico che raro, vero sintomo di una situazione patologica - noi abbiamo adesso il caso di u11 potere giudiziario che tende esso a sovrapporsi all'Esecutivo, a controllarlo e in definitiva subordinarlo. Quel che è più grave, questa palese tendenza della magistratura - di una parte, dobbiamo sempre dire, della magistratura - si accompagna, anzi probabilmente scaturisce da un giudizio morale francamente spregiativo nei confronti della classe politica. È inutile ricordare qui le espressioni che il P.M. ha ritenuto di poter usare nei confronti di alcuni ministri e parlamentari durante il processo Ippolito; casi analoghi si eran~ verificati in passato a più · riprese, senza che l'opinione pubblica ne avvertisse la gravità. C'è, in · realtà, una lunga linea di atteggiamenti che risale fino alla Liberazione. Ma altro è un atteggiamento e un giudizio isolato, talvolta sfo·go delle personali passioni del giudice, altro è un giudizio stabilmente assunto conie fondamento di una concezione del rappo,rto tra i poteri dello Stato. In questo caso, _infatti, non si solleva soltanto un problema di b11oni rapporti tra classe politica e magistratura; si colpisce alle radici quella articolazione costituzionale dello Stato che si basa sulla distinzione e l'eguaglianza del Giudiziario, del Legislativo e dell'Esecutivo, e che è, tra l'altro, a ben vedere, il fondamento, primo della indipendenza richiesta dalla magistratura. Certo, l'idea di una rigida separazione fra i poteri è una costruzione che ci deriva dalle grandi dottrine costituzionali del '700, e che non può accettarsi senza molti « distinguo »: ma altro è individuare i limiti di questa concezio-ne nella realtà storica, e vedere nella concretezza della vita i sottili rapporti e le reciproche influenze che legano fra loro i poteri dello Stato, altro è invalidare il 8 Bibliotecaginobianco

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