Nord e Sud - anno XI - n. 59 - novembre 1964

. .. ' . Giornate a più .voci In effetti, i capitali a1:nericani, come dicevamo, si interessano soprattutto· all'industria di trasformazione, e quasi per nulla ai settori di base, controllati, o più fortemente influenzati, dagli Stati europei. L'incapacità a resistere dimostrata da quei settori dell'industria europea che sono stati investiti dal flusso dei capitali americani è, dunque, una prova ulteriore dell'incapacità dei nostri operatori economici, che si accompagna ad una effettiva sproporzione di forze tra i colossi americani e le aziende europee. L'Italia e l'Europa hanno conosciuto negli ultimi anni una considerevole · espansione economica, che è stata detta, almeno nel caso italiano, « miracolosa ». La definizione,- contro la quale si è spesso protestato, ricordando giustamente che tale espansione rappresenta il frutto di duri sacrifici delle classi ,lavoratrici, ·è al contrario estremamente appropriata se si considera la cosa 1dal -p·unto di vista degli « operatori economici». Il « miracolo» è dovuto essenzialmente all'azione statale, e non all'impresa privata, che ha dimostrato di poter vantare minori cap·acità imprenditoriali degli alti funzionari dell'amministrazione e degli enti a capitale pubblico. Pure, questa forte espansione, dovuta all'azione pubblica, ha determinato come conseguenza un forte aumento del ruolo e del peso relativo delle industrie di trasformazione, che sono in mano ai privati e meno « dirigibili » da parte dello Stato. Vale a dire che la prosperità determinata dall'azione statale ha rinforzato un sistema economico in cui i rappresentanti dello Stato non sono più i soli a governare; nel quale, anzi, il loro ruolo sembra destinato a perdere di importanza nella misura in cui l'industria di base perderà di importanza rispetto alle industrie di trasformazione. ~n questa situazione, l'interessamento dei capitali americani, diretto- essenzialmente all'industria di trasformazione, si . rivela pericoloso proprio perché, con o senza una consapevole volontà di dominio, esso tende a cumulare tutta quella crescente parte di potere economico che sfugge al controllo statale che si esplica solo per il canale delle imprese pubbliche. È di immecliata evidenza che solo un'espansio11e del settore pubblico può contrastare questa tendenza alla « svendita» di una parte cospicu·a e crescente di quel · · }'otere economico che gli imprenditori privati si sono dimostrati, tanto dal punto di vista umano che da quello finanziario, incapaci di conservare. Il fatto che dal flusso degli investimenti a1nericani discenda una simile conclusione dà ragione dello scarso interesse e della apparente sottovalutazione. dei pericoli insiti nel fenomeno, din1ostrati da gran parte della stampa italiana. . Il problema posto· dagli investimenti americani in Europa è, dunque, di maggiore gravità di quanto non vorrebbero far credere i ·nostri conservatori, i ·quali temono un allaqgamento della sfera di intervento dello Stato. Bisogna, tuttavia, - rilevare che neanche un ampliamento del ruolo statale m.ell'economia sembra sufficiente a fronteggiare il pericolo in tutta .Ja sua estensione; e va a questo proposito ricordato che la sola General Motors ha 11n fatturato superi~re del · 10% al p_rodottò nazionale dei Paesi Bassi. In questa situazione, tre sole reazioni sono possibili. Una di queste è Bibliotecaginobianco . \

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