Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Recensiorti razione attuale, sono incompatibili >/ (pag. 448). Dunque gli autori rifiutano il mercato come strumento esclusivo di organizzazione economica: ma subito dopo affermano che anche la pianificazio11e deve attuarsi « in un sistema ad economia di mercato» (pag. 449). Anzi, essi ritengono che il n1ercato sia strumento. indispensabile, e si propo,ngono di utilizzarlo (sic), perché esso solo può attuare un ido11e·o sfruttarnento delle risorse. Sembra allora che gli autori auspicl1ino una for1na di eco•nomia mista. Ma come dovrebbe attuarsi questo conteinperan1ento di mercato e di pìano? Rispondono gli autori: mutando le convenienze del mercato e subordinandole alle specificl1e finalità cui si tende (pag. 456). No-n si viene con questo a riproporre proprio quel tipo di politica che accetta in sostanza il 111eccanisn10 di mercato, limitandosi a « modificarne le conve11ienze », politica che Parjsi aveva così aspra- _mente criticato? Gli autori pensano evide11te1nente che non sia così. Io opinerei diversamente, ma nel dubbio n1i astengo ancora una volta dal commentare. E, alla fin fine, sono proprio sicuri Parisi e Zappa, che il mercato si lasci « utilizzare » con tanta arrendevolezza? Essi credono (o almeno danno l'impressione di credere, dal n1omento che 11essuna idea è esposta con clìiarezza tale da eliminare dub•bi) che una buona rete ài controlli, divieti, autorizzazioni e licenze sia sufficiente al fine di raggiungere qualunque risultato; e che, nello stesso tempo, sia possibile « utilizzare » il mercato per quel tanto di buono che esso offre, obbligandolo a n1arciare lungo le vie che la classe politica indica. E se no•n fosse così? Se il mercato rifiutasse di lasciarsi « utilizzare »? Se i controlli necessari fossero tali da arrestare il meccanismo del mercato? Questi sono i problemi seri dell'economia mista, queste sono le difficoltà cl1e bisogna soppesare, prima di proclamare con tanta sicurezza le possibilità di « utilizzare il mercato in vista dei fi11i che ci si propone». Una trattazione che non prenda di petto il problema degli strumenti concreti della pianificazione resta necessaria1nente confinata, nella migliore delle ipotesi, al livello delle nobili intenzioni. Duole di dover fare un simile disco,rso, ma duole ancora di più constatare la leggerezza con cui questi ardui e complessi problemi vengono resi falsamente facili per il lettore ignaro; e duole ancora maggiormente che questa faciloneria provenga proprio da coloro che, per orientamento di pensiero e per impegno culturale, più dovrebbero sentire l'esigenza di lasciare la superficie per lavorare in profondità. AUGUSTO GRAZIANI Gli svaghi di Fonzi Nel confuso paesaggio della narrativa recente, uno dei pochi libri che si sottraggano all'influsso di mode più o meno effimere, e alla tentazione di creare decise fratture con il passato, è Il Maligno di Bruno Fonzi (Einaudi, 1964). Moderno per l'attualità della sua tematica, più che per le tecniche 95 Bibliotecaginobianco

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