Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Il P.C.l. e la « nuova unità » formula. Senonché le loro previsio,ni pessimistiche erano state superate « dai continui cedimenti della delegazione socialista al governo e dello stesso P.SI », che avrebbero rafforzato « l'ipoteca conservatrice sulla nuova maggioranza»; e perciò era ancl1e mutato il tipo di o•pposizione del PCI al centro-sinistra, che inizialmente intendeva tener conto· « degli elementi positivi che potevano essere espressi dalla nuova formula ». A questo punto la relazione di Longo si allargava a considerare ·i mutamenti strutturali che avevano determinato la situazione economica e politico-sociale di fi11egiugno, e li individuava nella « rottura dell'equilibrio capitalistico italiano e del suo meccanismo di sviluppo ». Il precedente « sviluppo, abbandonato alla anarchia del profitto·, co11 la totale assenza di una seria ed organica politica economica », aveva impedito « la creazione di un sistema stabilmente autopropulsivo » e aveva creato « ostacoli sempre maggiori all'ulteriore sviluppo, frenando la modernizzazione degli stessi settori produttivi più avanzati »; e, d'altro canto, il contemporaneo raggiungimento di una quasi piena occupazione delle forze di lavoro aveva determinato la rapida e repentina espansione salariale degli ultimi tempi e reso con ciò più difficile il processo di accumulazione e di autofinanziamento delle imprese. Di. questa situazio·ne di difficoltà intendevano avvalersi le forze conservatrici, cl1e avevano perciò elaborato la « teoria dei due tempi » (prima il risanamento co·ngiunturale e poi le riforme) e la « linea Carli » (compressione dei salari, dei consumi e della spesa pubblica), senza rifiutare del tutto le riforme, ma trasformandone il contenuto e il significato, e soprattutto - attraverso il ricorso all'aiuto finanziario del MEC, ossia, in pratica, della Francia e della Germania - allineandosi al « processo di degenerazione autoritaria e di logoramento della vita democratica » in atto negli altri paesi del MEC, e specialmente nella Francia gollista. Un quadro così fosco, ancor più accentuato dalla ostentata sicurezza nel proporre il proprio giudizio e le proprie interpretazioni, non poteva, tuttavia, dar luogo ad un vivo senso di frustrazio•ne sia per il passato che per l'avvenire? L'on. Longo· dichiarava di non « chiudere gli occhi din~nzi ai pericoli di demoralizzazione e di qualunquismo·»; riaffermava « il valore positivo » delle lotte sindacali e dell'azione politica comunista svolte fino ad allora; sosteneva addirittura che « il giudizio sullo stato del movimento· operaio poteva essere largamente positivo, sia per il valore materiale delle conquiste realizzate, sia per il fatto che pesanti manovre politiche e la sempre più. aperta contrapposizion~ delle varie posizioni dei partiti che hanno una diretta influenza sulle classi lavoratrici, finora, non hanno sostanzialmente intaccato i rapporti unitari nelle lotte sindacali e l'unità della CGIL ». 7 Bib.liotecaginobianco

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