Calogero Muscarà la propria attenzione sulle sole caratteristiche omogenee, accomuna11ti; una scienza che mira a ridurre, e di fatto riduce, la molteplicità dei fenomeni ad alcuni co-ncetti-chiave: reddito, consumi, risparmio, investimenti, eccetera. Questo processo di astrazione, che ha consentito all'Eco-no.mia di compiere notevoli progressi, svela, tuttavia, la sua limitatezza tutte le volte che ci si trovi costretti a percorrere il cammino a ritroso, si debba, cioè, risalire dal concetto di_ risorsa alle riso-rse in concreto, da quello di capitale ai capitali in concreto, e via dicendo di questo passo. S'intende facilmente a questo pu11to il ruolo di primo piano giocato dai geografi degli altri paesi proprio in questo mornento del processo di pianificazione o di programmazione regionale. E ancora: appunto perché l'econo1nista ragiona in termini di generalizzazioni, il suo espace plan, quando non sia uno spazio geometrico o una regione statistica, arriva ad essere uno spazio omo-ge11eo o un insieme di spazi omogenei. E così, quando si voglia regionalizzare la politica di piano, si co1 nfigura il piano regionale come parte di quello nazio-nale o viceversa quello nazionale come somma dei piani regionali; e la regio-ne non viene tanto intesa come un « centro di sintesi capace di sincronizzare gli obiettivi perseguiti ed i mezzi a tal fine predisposti », bensì come « semplice organo di trasmissione » (Francesco Compagna, L'Europa delle regioni, di prossima pubblicazione). Quanto s'è detto qui, schematizzando, dovrebbe bastare per far intendere in quali termini si concreti il denunciato intervallo tra Economia ed Urbanistica; ma dovrebbe anche bastare a far intendere il ruolo che spetta alla Geografia economica - scienza induttiva, dell'econo-mia co·ncreta, della eterogeneità e della individualità dei fenomeni - nel campo applicativo della programmazione e della- pianificazione, come in quello della preparazione universitaria professionale e scientifica~ Da parte sua, l'urbanista non domanda solo di conoscere, in con-- creto, quali infrastrutture e quali strutture dovrà prevedere ubicate e dovrà cercare di ubicare in un dato· tratto della superficie terrestre (e già in questo caso, s'è visto co-me il geografo operi, appunto, da tramite fra il dato dell'eco-nomista e la realtà della superficie terrestre). L'urbanista domanda, inoltre, che non gli si prospetti uno spaiio 1 operativo ridotto ad una circoscrizione amministrativa, o ad una ripartizio-ne statistica, ma uno spazio operativo « co-ncreto », quale emerge -dalle interrelazioni che legano tra di loro parti diverse a costituire un tutto « organico ». Non credo valga la pena di perder tempo a ricordare come questi spazi « organici » altro non siano che le,,.regioni funzionali dei nostri geografi. 84 Bibliotecaginobianco
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