Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Calogero Muscarà sempre maggiore di cittadini agli .studi di ultimo grado, a voler tralasciare tutti questi problemi, si diceva, di difficile soluzione sono anche . . quelli posti dalla necessità di adegL1are l'insegnamento dell'U11iversità al dilatarsi sempre maggiore della co·noscenza umana e alle cresciute esigenze di specializzazione professio11ale. In parole povere, è opinione comune che, di fronte ai rapidi continui progressi delle scienze e alla pressante richiesta della società di specifiche, approfondite qualificazioni, l'Università non sia più in gra·do di rispondere ai suoi ·compiti istituzio.nali. Nel caso delle Facoltà di Economia e Commercio, si denuncia per un verso l'inadeguatezza della attuale preparazione che dovrebbe servire a formare i quadri ammi11istrativi intern1edi e superiori delle aziende, i ragionieri, gli economisti, gli insegna11ti di materie economiche, i liberi professio·nisti, i programmatori, e così via. Per un altro verso, si lamenta che il numero delle « materie » di insegnamento risulti troppo alto perché si possa pretendere un effettivo approfondimento nella conoscenza delle diverse discipline. I progetti di riforma della Facoltà di cui siamo venuti a conoscenza non tentan.o di risolvere il problema ampliando largamente il numero degli insegnamenti, per consentire agli studenti una scelta (concordata con i docenti) di « materie », secondo· piani di stt1dio articolati in ragione degli interessi precisi dei disce11ti e delle diverse specializzazioni professionali possibili. \ I progetti di riforma mirano invece· a risolvere il problema istitue11do un corso post-universitario di preparazione scientifica e - declassando l'attuale corso universitario a corso professionale - mantengo.no largamente inalterate le attuali strutture del piano di studio obbligatorio. In questo « nuovo» quadro, le discipline « meno scientifiche », o « meno· utili », o meno « alla moda » debbono lasciare il posto· a quelle « più scientifiche », o « più utili », o più « alla moda ». Prova ne sia il fatto. che la sorte cl1e si profila per la Geografia economica è la stessa ventilata per la Merceologia e l'Economia agraria. Ma allora sarà bene, senza perder tempo a di1nostrare la· « maggiore » o la « minore» scientificità di un ran10 del sapere; senza ripetere qui gli argomenti co11 ct1i da anni Gt1ido Calogero tenta di combattere \'assurdità della distinzione tra insegnamenti fondamentali e insegnamenti complementari, sarà bene allora mettersi sullo stesso piano di chi giudica poco « utile » un corso di Geografia economica nelle Facoltà di Economia e ·Co·mmercio e partire dal suo punto di vista. 80 \ Bibliotecaginobianco

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