L'asse attrezzato e l'area metropolitana di Napoli constatata difficoltà di ottenere l'intervento dell' A.N.A.S. e della Società delle Autostrade per la costruzione di arterie che hanno u11 pre1ninente interesse urbano. A questa obiezio·ne abbiamo già risposto. Gli assi attrezzati collegano infatti la via Domiziana all'Autostrada del Sole, nella prospettiva, ormai ripetutame11te affermata, di proiettare la città, il porto, le industrie litoranee, su di una din1ensione comprensoriale, regionale, meridionale. Gli assi attrezzati sono dunque la parte ricadente nel Comune di un sistema interregionale. La seconda obiezione è, a nostro giudizio, anche più debole. Co11 essa si afferma la necessità di eseguire un piano particolareggiato nel quadro del Piano Regolatore, e si manifesta un costante scetticismo sulla reale efficacia di esso, almeno finché è in atto l'attuale legislazione . .A noi sembra che il piano particolareggiato di alcune zone urbane della città si possa studiare con precedenza assoluta su altri problemi, e se ne possa ottenere l'approvazione anche in variante al P.R. vigente dal 1939. Il Comune potrà espro,priare o acquistare grad11almente le aree con i fondi della legge speciale, attuare con questi le principali ed indispensabili o.pere di urbanizzazione primaria e secondaria, e vendere i lotti all'iniziativa privata, come si è già detto. Ad un'operazione di questo genere non si oppone alcu11a legge. È quello cl1e fanno alcune società immobiliari con fini speculativi, e che può fare un Comune con fini di pubblica utilità. Questa proposta, a nostro giudizio, ha il merito di essere precisa, con·creta, attuabile anche al di fuori di provvedimenti legislativi nei quali tutti speriamo, ma che ancora non sono arrivati in porto, ancora non sono operanti e che potrebbero anche tardare eccessivamente. Questo deve essere il nostro impegno; impegno che compete a qttelle stesse forze democratiche che alcuni anni or sono ebbero ragione del velleitario piano Lauro, e si sono battute sempre contro i piani della speculazione edilizia. Siamo per l'attuazione di piani democratici, che scongiurino il pericolo di un rilancio della speculazio,ne mascherato dietro la legalità. Noi vogliamo agire su di un piano di legalità, e attuare soluzioni che stronchino una volta per tutte o,gni possibilità di nuove speculazioni sulle aree fabbricabili. I responsabili dello scempio urbanistico di questi ultimi 20 anni ripropongono ora il ricatto che ha loro permesso di arricchirsi illecitamente: « se ci fermiamo aumenta la . disoccupazione, aumenta la miseria, dunque lasciateci fare ». Noi diciamo, invece, che le spese per l'urbanizzazione non devono arricchire le tasche dei privati, ma rientrare nelle casse pubbliche. Noi diciamo che costruire non è un fatto privato che riguarda il padrone dell'area e il Comune, ma è un atto di pubblico interesse e pertanto 77 Bibliotec~qinobianco • I
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