Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giulio De Luca per affrontare gli infiniti mali di cui Napoli soffre, essi saranno dilapidati inutilmente, e tutto rimarrà come prima, in attesa di una nuova legge speciale che possa elargire altri fo-ndi in occasione di qualcl1e altra campagna elettorale. I fondi della legge speciale sono ben pochi, se co,nfrontati al numero, alla dimensione, alla persistenza dei problemi di Napoli. Abbiamo sostenuto che la legge speciale per Napoli non debba essere sostitutiva di altri finanziamenti, e che i fondi che essa mette a disposizione debbano andarsi ad aggiungere ad altri finanziamenti ordinari; ed abbiamo detto ripetutan1ente che con questa legge si devono affrontare o-pere di carattere straordinario che mettano in moto un 1neccanismo che si autosviluppi, che si autofinanzi, in 1nodo che la nostra città non debba ancora, i11futuro, mendicare aiuti eccezionali dai contribuenti italiani. Non si può, dunque, prescindere dalla legge speciale per Napoli e ci richiamiamo a qua11to noi stessi dicemmo fin dall'epoca dell'Amministrazione commissariale del prefetto D'Aiuto. Non dimentichiamo che, con la legge speciale, non saranno elargiti fondi da parte dello, Stato, ma questo garantirà un prestito che la città di Napoli dovrà lanciare. E tale prestito avrà probabilità di essere coperto nella misura in cui il gettito che produrrà verrà impiegato in opere produttive. L'Amministrazione Clemente propose che la quasi totalità dei fondi messi a disposizione della legge speciale fossero devoluti. alla costruzione degli assi attrezzati. Che cosa sono questi assi attrezzati? L'idea di un'asse attrezzato napoletano è nato da una prima constatazione: non è possibile risolvere i pro·blemi del traffico della città all'interno dell'abitato se non con opere di demolizione di grande impegno che peraltro andrebbero ad urtare contro difficoltà insormontabili di carattere topografico, ambientale, sociale ed economico. Si tratterebbe, in una parola, di attraversare due colline e di sconvolgere tutto il centro storico, distruggendo completamente una trama viaria che tramanda l'ossatura della città come era fin dall'epoca greco-romana, e soprattutto di sloggiare migliaia di persone che sarebbero costrette a faticosi, forzati e costosi trasferimenti. Riteniamo di essere stati i primi a sostenere che il legame, l'apertura del vecchio centro urbano verso il retroterra ca1npano doveva ottenersi per mezzo di gra11di assi, indipendenti dall'attuale condizione di viabilità e dalla orografia della città. L'idea dell'asse attrezzato non è, dunque, nato soltanto come espediente per risolvere i problemi del traffico urbano, ma è nato dalla volontà di legare ad un sistema metropolitano, che penetri nell'interno della regione, questa città oggi chiusa in se stessa: di legarla alle zone di lavoro, alle zone di interesse, alle zone di influenza che strettamente le competono. L'idea dell'asse è nata anche dalla volontà di risolvere con questa apertura il problema 72 Bibliotecaginobianco

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