Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giulio De Luca zione di questi problemi. I. « competenti » sostengono che è terribilmente difficile mettere d'accordo le amministrazioni elette dei vari . ' Comuni; che non è possibile far capire ad esse e alle rispettive cittadinanze che i loro- interessi si proiettano più lontano· dell'ombra del loro campanile; che è insomma vana ed impossibile impresa condurli sul piano di intese programmate. Noi non abbiamo ragioni per dubitare di queste difficoltà; anzi, siamo certi che esse esistono, e sono gravi e pesanti, poiché dipendo-no, da vecchi preconcetti, da sospetti, da interessi consolidati, da un co-mplesso di ragio-ni che sono il retaggio e il bagaglio delle zone depresse. Ciononostante non vediamo alternative. La strada della democrazia è una sola. O do,bbiamo persistere nel chiedere interventi dall'alto, che peraltro potrebbero attuarsi soltanto a prezzo di faticosi artifizi, di trattative e di so,prusi, interventi di tipo paternalistico che perpetuino lo stato di irresponsabilità, di minorazione e di sudditanza delle forze democraticl1e · che an1ministrano i vari Comuni, oppure dobbiamo attribuire una reale sovranità alle autonomie locali, dobbiamo esigere autonomie locali responsabili, e quindi insistere sul diritto e sul dovere di scelta da parte dei responsabili di queste autonomie. È questa .la ragione per cui noi pro-po·niamo un Consiglio permanente dei Sindaci, un Consiglio Intercomunale. Un convegno non servirebbe a nulla, non farebbe che suscitare polemiche e critiche; ma t1n Consiglio che determini effettive responsabilità, che si riunisca periodicamente, nel quale i rispettivi• e legittimi interessi abbiano eco, non potrà, a lungo andare, non condurre- a risultati efficaci e duratt1ri. D'altra parte, un piano comprensoriale non si fa in un giorno. Intanto, che cosa si deve fare a scala comunale? A nostro giudizio, uno dei maggiori meriti di chi ha responsabilità pubbliche è di riuscire a giudicare i problemi nel grado di maturazione da essi raggiunto, ossia di riuscire a capire qt1ando t1n problema è giunto a un tale grado di maturazione da rendere assoluta1nente urgente la sua soluzio-ne, tanto che questa scavalchi- qualunque ostacolo. Abbiamo il dovere di renderci conto della reale dimensione dei problemi, che sono o-ggi appunto a scala comprensoriale, di renderci conto che Napoli non è una città che finisce alla cinta daziaria, ma è una città che comprende Villa Literno, Aversa, Nola, Castellammare, Torre Annunziata, Torre del Greco, Portici, Casoria, che forse va anche più lontano. Non ci stancheremo di ripeterlo: quanto accade oggi in questi paesi, che so,no retti da altre amministrazioni, ma che non presentano quasi più soluzioni di continuità con Napoli, quanto accade in questi paesi è un fenomeno napoletano, che ci rigu·arda direttamente e nei cui confronti /abbiamo l'obbligo di intervenire, co-me hanno l'obbligo di interve11ire gli abitanti e i rapprè70 \ Bibliotecaginobianco

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