Giulio De Luca Da queste idee nacque appunto• il P.R. impostato dalla Commissio·ne presieduta da Luigi Piccinato. . . Questo piano, a mio- giudizio, si pone vari problemi di diversa natura: il primo e più ampio è quello di diventare strumento di coordinamento a scala interprovinciale delle varie, discordanti, a volte antitetiche, iniziative di pianificazione che in base a leggi non coordinate vanno svolgendosi sul territorio della Campania .. Si pensi al piano di sviluppo agricolo• della Cassa per il Mezzogiorno; ai piani di sviluppo industriale che fanno capo ai consorzi omo·nimi provinciali e che possono essere condizionati da interessi privati e settoriali; ai piani della GESCAL, che manifestano- la velleità di risolvere i problemi del piano comprensoriale di Napoli attraverso interventi reside11ziali di tipo po,polare al servizio del co•nsorzio delle aree industriali; a tutti gli altri innumerevoli piani che altri Enti, a vario livello e di diverso peso e di diversa importanza, dallo Stato ai Co1nuni anche piu piccoli, vanno formulando nell'a1nbito di questa regione. Noi attendiamo che uno strumento di coordinamento e di propulsione, quale dovrebbe essere la legge urbanistica, risolva e avvii a s·oluzione questi problerni, i problemi della pianificazione coordinata. Ma, oggi come oggi, noi non abbian10 la legge urbanistica e non abbia111.o neanche l'Ente Regionale al quale la legge urbanistica fa preciso riferimento. Mentre dovrà ess·ere nostro costante impegno batterci perché la legge urbanistica, non mutilata, diventi al più presto una realtà operante, no,n possiamo tuttavia attendere che dall'approvazione di strumenti amministrativi o giuridici dipenda il nostro avvenire e quello della nostra città. I problemi sono più urgenti, i problemi sono immediati, i problemi non consentono attesa. Nel momento in cui fu insediata la Commissione Piccinato, come felice risultato di una lotta almeno bien11ale, culminata nella bocciatura del piano del '58, frutto dello strapotere di certe co11sorterie che spadroneggiavano in. città, gli ottimisti sperarono che stesse per fiorire una nuo,va età dell'oro nella nostra regione, e che sarebbe stato presto possibile realizzare programmi che sembravano poco tempo prima utopistici. Tale ottimismo era fondato sulle prospettive politiche che il governo di centro-sinistra sembrava aprire al paese; e sul fatto che, per· quanto in sede locale la consorteria che aveva cercato di varare l'aberrante piano del '58 fosse ancora notevolmente forte, si poteva tuttavia ·sperare in un orientamento politico favorevole a nuovi criteri d'impostazione del problema urbanistico napoletano. Ne faceva fede in particolare l'avv. Clemente, prima assessore ai L.L.PP. e p•oi Sindaco, al quale bisogna dare atto di avere personalmente sostenuto le tesi più aperte e 68 \ ·Bibliotecaginobianco
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