Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giornale a più voct mille disoccupati, deficienza di case e di scuole, una profonda irrequietezza; u11a situazione in cui oltre la rnetà degli elettori resisteva su posizioni di estrema sinistra, malgrado la mo·destia dei quadri dirigenti e la contrastata attività degli amministratori comunali di sinistra. In verità, nel '60 (co1ne del resto anche oggi) in molti comuni meridionali la lotta politica era bloccata dalla guerra santa, dai so·prusi prefettizi, dalla intolleranza e dalla continua ricerca da parte governativa di consiglieri comunali da catturare. Ma a Gravina si aggiungeva un elemento nuovo: il funzionario dell'Ente Riforma cl1e era anche il capo-fazione, spesso candidato alle varie elezioni, e naturalmente vice commissario, prefettizio al Comune. In un paese forterne11te politicizzato, il nuovo ente p·arastatale si presentava q.uindi apertamente co1ne un organismo clientelare e fazioso, tale da superare in questo senso persino la vecchia prefettura. Da questi cenni si p,uò intravvedere il cli1na in cui si prepararono le elezioni an1ministrative del noven1bre '60. Quattro le liste concorrenti: PCI, PSI, DC e una di « reduci dalla prigionia ». Niente più liste di destra, dunque, e prevedibile rafforzamento delle posizioni dei « reduci», grazie alla facilitata attività assiste11ziale dei loro attivissimi es.ponenti. Quattro giorni prima delle votazioni, dopo acc11rata preparazione, esplodeva una autentica bomba contro le sinistre: il Prefetto addebitava agli ex assessori varie spese non ritenute giustificate, o stanziate non regolarmente, per complessivi 12 milioni di lire. La questione non è nep-pur oggi chiara, perché il ricorso degli ex assessori non è stato ancora discusso. Fra tali spese c'era anche la somma di circa 3 milioni, in1porto di una ordinazione invero un po' strana, di ' tranquillanti · per la farmacia comunale; ordinazione che era stata firmata dall'assessore del ramo ad un propagandista di medicinali particolarmente abile. l-..Jellemani del senatore Genco questa cifra diventa di oltre 12 milioni; 12 milio·ni spesi in tranquillanti, che forse gli ex amministratori intendevano distribuire direttamente alla popolazione in quantità sufficiente, secondo il giudizio scientifico del senatore democristiano, « per addormentare migliaia di pazzi ». Il risultato elettorale non fu precisamente brillante per gli amici del prefetto: 12 seggi ciascuno· a PCI e DC; e 3 seggi, rispettivamente, a PSI e « reduci ». All'indon1ani clel voto, sembrò difficile formare una giunta. I democristiani - in clima di imminente centro sinistra - scoprivano l'esistenza dei socialisti, che avrebbero voluto· in una Giunta che comprendesse, però, anche i « reduci». All'inevitabile diniego socialista, la DC prese tempo, e si diede a studiare, come fa sempre in casi sinuli, il possibile anello debole nei gruppi di oppo·sizione. Lo tro•vò in un consigliere comunista: un muratore subito promosso assessore ai lavori pubblici (anche fra i comunisti si possono tro,vare nel Mezzogiorno elementi disponibili per operazio·ni-squillo !). Sicura della protezione delle autorità tùtorie e dei favori ministeriali, una tale maggioranza no,n poteva evitare di caratterizzarsi nel modo· consueto in casi del genere, con favoritismi ed arbitrii, che però non tardaro·no a creare scontenti e falle ancl1e nell'ambito go.vernativo. Ciò è dimostrato 63 Bibliotecaginobianco

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