Giornale a più voci Senato, e farla riportare dalla stampa amica, tutta la sua soddisfazione per il provvedimento prefettizio. Il suo discorso romano fu, cioè, una delle azioni di logoramento di nervi che si venivano svolgendo per indurre alla ragione gli elettori di Gravina: una battaglia fondata sul presupposto che all'area den1ocratica giovasse scavare quanto più a fondo, possibile solchi di odio e di incomprensioni, e ribadire pubblicamente che gli interventi prefettizi si sarebbero ripetuti fino a quando le cose non fossero andate, anche a Gravina, per il « giusto » verso politico. Lo scioglimento del Consiglio comtmale, nel luglio del '59, era stato il quarto in pochi anni; ed era stato decretato da un povero prefetto, costretto a sua volta ad obbedire a certe pressio11i. Per capire fino a che punto si fosse trattato di un sopruso, basterà precisare cl1e esso non venne motivato con accuse di sperpero del denaro p·ubblico, o altre in1.putazioni del genere, bensì fu portato a termine con u11a tipica manovra di sottogoverno locale. Infatti, dimessosi un consigliere comunista (che subito dopo la DC ricompensò con un posto di bidello alla scuola), il prefetto accettò le dimissio11i di altri 19 consiglieri, fra democristiani e destre, impedì al Consiglio qualsiasi surrogazione (annullando le prime delibere in tal senso), e quindi lo sciolse per incapacità di funzionamento. Pure, a questo punto la situazione di Gravina non era proprio unica, perché non era questo il solo caso in cui si manteneva artificiosamente un clima eccezionale, da guerra di religione. Comunque la confusione tra partito di governo, sottogoverno, autorità religiosa, enti pubblici e clientele non poteva essere maggiore. Il tutto si potrebbe riassumere con quanto dis~e un dirigente provinciale democristiano ad un'assemblea sezionale, pochi giorni dopo il discorso di Genco in Senato, auspicando il « capovolgimento » della situazione locale: << le forze sane devono· costituire un blocco capace di abbattere per sempre il 1nito della roccaforte co,munista » a Gra- . vina. A carico degli amministratori di sinistra si diceva che pur portando il deficit finanziario a cifre favolose, non avevano fatto nulla per migliorare le condizio11i del paese. Ora, la gestione comunale delle sinistre non poteva essere esente da critiche, non tanto per il deficit, che si riscontra in quasi tutti i bilanci degli enti locali, quanto per deficienza di impostazio11.e e di metodi di attuazione. Ma non era lecito fingere di ignorare la eccezionale condizione in cui la DC teneva da tempo il paese, con l'ostruzionismo più risoluto di prefetture e 1ninisteri e alimentando l'atmosfera da guerra santa in cui si è sempre vissuto a Gravina in questi anni, e che ha impedito il normale svolgimento dell'attività amministrativa . . La locale DC, protesa dopo lo scioglimento del Consiglio alla prossima conquista del Co·mune con ogni mezzo, sembrava aver dimenticato perfino che il gruppo democristiano aveva approvato il bilancio comunale per il 1959. Le accuse che essa ora rivolgeva ai « rossi» potevano essere contestate una per una. Le enormi spese per assistenza e medicinali, capitolo signifi61 Bibliotecaginobianco
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