Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Editoriale vrebbero segnare monienti di pausa in attesa di edizioni più progressive o meno progressive - a secon.da dei desideri - dell'orientaniento di maggioranza. Questo era ancora possibile (ed ~ discutibile se sia stato del tutto saggio) quando tra l'ultimo governo Fanfani e il primo governo Moro si consentì il monocolore dell'on. Leone, perché allora la partecipazione det PSI al governo non era ancora iniziata. Al punto in. cui siamo oggi in Italia u1-zasoluzione di continuità nel consolidamento di una formula di maggioranza, che si va rivelando ancora più difficile del previsto, significherebbe esporre il paese a rischi imprevedibili. È nostra impressione che nessuno oggi in Italia possa giudicar-e con sicurezza fino a qual punto la situazione potrebbe precipitare _verso destra o verso sinistra. La giovane democrazia italiana Jia già attraversato, del resto, momenti del geriere. Nel .1947fu possibile organizzare, intorno all'on. De Gasperi, itno schieramento che p~r alcuni anni resse, nel complesso, positivaniente alle sue responsabilità. Perclié non dovrebbe essere possibile ottenere anche oggi un eguale sitccesso, su una linea politica e sociale tanto più avanzata, tanto più rispondente alle necessità permanenti del paese, tanto più storicamente significativa, tanto più suscettibile di non essere co•nsiderata (al pari del centrismo) come un espediente dettato dalla forza co11tingente delle cose? Non comprendiamo, perciò, il contiriuo anatemizzare di 1nolti ambienti della stessa magg·ioranza verso questo o quell'uomo sol perché egli appare in contrasto con una determinata possibilità di realizzazione del centro-sinistra. La deniocrazia it_aliana non ha tanti uoniini da potersi permettere di bruciarne in continuazione sugli altari dello spirito di parte. E, del resto, chi - come l'on. Nenni e altri autonomisti det PSI - affronta con tanto coraggio e senso di responsabilità una battaglia così difficile, e re·ndendosi ben conto dell'u.sura che ne deriva alla propria posizione personale, merita il rispetto, se non l'a1n1nirazione dei buoni democratici. Lasciamo un diverso atteggiame11to ai comunisti e all'on. Malagodi o, se vogliamo, all'estro dell'on. Fanfani; ma la democrazia italiana deve imparare - sotto pena di un prezzo che non si può prevedere - a noi1 far degenerare in irreparabili divisioni personali e a non tradurre in roboanti questioni morali le naturali divergenze di opinione che si possono dare nel suo ambito,_ e ciò tanto più quando permane addirittura un accordo sulla linea di fondo. Comprendiamo, invece, benissimo il richiamo che da tante parti si leva allo spirito di iniziativa di cui il centro-sinistra ha inderogabile bisogno, al dinamismo di cui esso non ha dato finora prove molto brillanti, alla concretezza e tempestività della sua azione, finora, sotto questo riguardo, carente. Il dinamismo non va certo confuso con l'agi4 ' Bibliotecaginobianco

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