Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giornale a più voci indicare con tale termine. Ci sorge il sospetto che Sanguineti si riferisca, più che al linguaggio fra il classico e il mo,demo rinvenuto dal Lampedusa, al suo amaro distacco per il progresso (cl1e considera illusorio), al suo tutto borbonico scetticismo per la storia, scetticismo che la stessa coscienza dello scrittore condanna. Esiste certo, nel Gattopardo, una latente opposizione per ogni valutazione ottimistica della storia (da quella idealistica a quella marxistica); la visione tragica ma costruttiva della dialettica cede il posto ad un presuntuoso concetto di immobilità, che si radica nell'animo di cl1i, come il Principe di Salina, raccoglie in sé secoli di speranze deluse. A parte il fatto che pro·prio questo atteggiamento del Lampedusa ci sembra quanto mai lontano dalla retorica dannu11ziana, appare chiaro che il giudizio negativo di Sa11guineti sul Gattopardo nasce dalla constatata mancanza, nello scrittore siciliano, di qualsiasi impeg110 sociale e non da un'o•bbiettiva valutazione dell'opera sul piano artistico. Certo, se volessimo giudicare il Gattopardo dalle soìe vicende che vi sono narrate, diremmo anche 11oi che difficilmente se ne può ricavare t1n costruttivo i11segnamento morale. l\tla qt1esto insegnamento rr1anca pure - anzi viene combattuto - nell'indecisione di Amleto, senza che ciò compro1netta la validità poetica della tragedia shakespeariana. Perché la poesia ha poco a che fare con la vicenda in sé e per sé, ma si riferisce piuttosto al modo in cui la vicenda stessa viene intuita ed espressa dal narratore. E allora è possi9ile sostenere che il raffinato, lo scettico, il reazio·nario Don Fabrizio - proprio• perché perfettamente raffigurato nella sua verità dal Lampedusa - unitan1ente agli altri personaggi (fra cui la Sicilia è di primaria importanza), fa del Gattopardo una autentica opera d'arte. Queste considerazioni vorrem1no far presenti ad Elio· Vittorini, ricordandogli che, più cl1e un « eccesso di sentimentalità», nel Gattopardo si può ravvisare una poetica contemplazione di sentimenti. Che è poi quello che bisogna attendersi da un artista. E non vedian10 con qt1ale altro « linguaggio» (il linguaggio sembra essere il problema di fondo dell'avanguardia) il Lampedusa avrebbe potuto esprimersi. Forse la verità sta nel fatto che i sostenitori della nuova avanguardia, se sul piano dottrinale temono l'estetica crociana, su quello pratico• - cioè per quanto si riferisce alla loro attività di scrittori - non po,ssono no1 n essere infastiditi dalla presenza di t1n romanzo come « Il Gattopardo »: opera non moderna né tradizionale, che dimostra a11cora una volta co,me si possa e. si deb1 ba raggiungere il livello dell'arte indipendentemente dalle correnti ideologiche e dalle. polemiche; e che rappresenta qt1indi la frustrazione di tutte le teorie che essi vanno costruendo a sostegno, di prodotti letterari che non riuscirebbero ad affermarsi per virtù propria. La semplicità e la com·pletezza del Gattopardo, infine, sono una co·ncreta smentita di certe astrazioni concettuali, come ad esempio la distinzione, fatta da Alfredo Giuliani nel suo intervento al convegno di Palermo, fra percezione e immaginazione: solo quest'ultima riuscirebbe ormai a « fungere da organo· della verità ». Sembra cl1e si ritorni alle approssimative 55 Bibliotecaginobianco

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