Alberto Pascale Ai fuochi d'artificio di Arbasino siamo ormai abituati: non nasco-ridiamo anzi che la sua malizia, le sue citazioni erudite, le st1e frecciate precise e tempestive ci sono parse spesso attraenti; ma si ~ratta -pur sen1pre di uno stile che non è sufficiente, da solo, a postulare dei principi critici. E infatti, da quanto Arbasino ha affermato nella recente polemica, no·n si possono_ trarre che poche idee discutibili. In ogni tempo - afferma l'autore di Fratelli d'Italia -, si può distinguere fra arte di destra e arte di sinistra: la prima è anco,rata a forme conservatrici e contiene un atteggiamento negativo verso ogni innovazione; la seco11da guarda verso il futuro, cercando con impegno un linguaggio rispondente ai proble1ni e alla realtà sociale del momento in cui l'opera viene creata. Distinzione, questa, che a noi semb-ra superficiale, o quanto meno limitata al contenuto dell'opera; ché, se si bada al suo valore artistico, si può senz'altro affermare che quando c'è poesia l'opera è sempre di sinistra, perché è un messaggio di verità e di .libertà, le quali sono il mezzo e il fine di ogni progresso. Così è di sinistra lo scetticismo patrizio del Gattopardo nei confronti della storia, mentre non esiteremmo a definire di destra alcune opere di Brecht e di Majakovskij, nelle quali l'assenza di poesia lascia in evidenza solo una pedante didascalica. La ·distinzione fra letteratura di destra e di· sinistra, per Arbasino, poggia anche, « ·rfiarxisticamente », su una valutazione di carattere economico: egli si domanda, nell'accingersi ·a leggere un libro, di dove venga il denaro· che è stato necessario alla sua p11bblicazione. Ora, è quasi superfluo dire che un simile criterio, se può servire (e solo in parte) a giudicare la persona dello scrittore, è completamente estraneo ad una valutazione di carattere estetico. D'altra parte, pur non volendo far nostra la facilmente confutabile e confutata definizione delle nuove forze letterarie come « avanguardia in vagone l~tto », ci sembra legittimo ricordare che gli scrittori di questa avanguardia ricevono ancl1'essi sostegno da forze economiche che non sono certo quelle dei sindacati. Infine, non sappiamo quanta buona fede ci sia in Arbasino, quando egli addita nella memoria uno· degli elementi negativi della non-avanguardia: a parte la considerazione che anche questa accusa no,n oltrepassa i limiti del contenuto, non vediamo perché la memoria debba essere ritenuta un campo sterile per la nascita della poesia. Moravia, in uno dei suoi saggi, afferma che è un errore considerare la memoria co,me il solo o-ggetto della narrativa, ma che ugualmente ingiusta è un'assoluta esclusione di essa. Arb·asino tuttavia, anche se con qualche riserva, Il Gattopardo l_o salva. Lamenta solo che di un bel romanzo si sia voluto fare « un'epopea storica nazional-popolare »; e qui ci associamo con tutta simpatia a questa sua protesta .. Sanguineti invece, una volta messi da parte gli st11di su Dante, ·non esita ad aggredire, con violenza sconosciuta allo stesso Vittorini, l'opera dello scomparso scrittore siciliano. « Dannunzianesimo», è il carattere che l'autore,,,. -di Capriccio italiano ravvisa nell'opera del Lampedusa; egli non spiega peraltro che cosa voglia 54 Bibliotecaginobianco
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