Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Note della Redazione « Molti certamente ricordano le polemiche. sul temp·o breve e sul tempo lungo, tra gli impazienti ed i p.azienti, per affrontare i problemi dell'area meridionale del nostro siste1na economico. Problemi secolari che taluni ritenevano di poter risolvere in breve tempo, quasi con un colpo di bacchetta magica, e talaltri, più abituati a considerare i problemi economici per quel che sono, e non in base ad astratti schemi ideologici, consigliavano d'affrontare in un tempo più lungo. Ogni costruzione richiede pur sempre che si. cominci dalle fondamenta. Erano i primi anni del funzionamento della Cassa per il Mezzogiorno, e ciò spiega anche la durezza di siffatte polemiche. Oggi che sono passati diversi anni, t.anto che possiamo dire di essere a metà strada tra il ten1po breve ed il tempo lungo, chi aveva ragione? E soprattutto come hanno funzionato i meccanismi che, tutto sommato, consentono di dire che non si è perso del tempo? » Ci sia consentito di rilevare subito da questa citazione che Libero Lenti prima ricostruisce i termini della polemica « tra gli ùnpazienti ed i pazienti » con una certa disinvoltura e comunque in modo 1nolto approssimativo; e poi ne deduce che gli uni, gli « impazienti », avevano torto, e gli altri, « i pazienti », erano uomini saggi, buoni conoscitori dei problemi economici « per quel che sono» e consapevoli dell'astrattezza di tutti gli « schemi ideologici». Se però ci si rifà con maggiori scrupoli filologici e storici di quanti non ne dimostri Lenti ai veri e propri termini di quella polemica ed ai motivi che ad essa dettero effettivamente origine; se cioè si ricorda, come è doveroso, che quella non fu tanto una polemica « fra gli impazienti ed i pazienti», ma lo scontro fra i liberisti ed i meridionalisti: allora, «. oggi che so-no passati diversi anni », la risposta, agli interrogativi che Lenti propone, potrebbe risu~tare molto diversa da quella che Lenti sottointe11de. Con qualche fondamento di ragione, insomma, lo storico della politica economica italiana degli anni cinquanta e della prima parte degli anni sessan,ta potrebbe formulare proprio questo giudizio: che in ordine al perseguimento dei fini della politica meridionalista si è perduto del tempo prezioso e soprattutto si è sciupata l'occasio·ne fornita dagli anni del « miracolo econo,mico ». È certamente vero peraltro che certi meccanismi, predisposti per dare itn deciso impulso alla politica meridionalista, hanno funzionato bene; ma si deve pure ricordare che tali meccanismi sono stati predisposti per volontà di qualificate forze politiche, malgrado l'opposizione di certe forze economiche (pensiamo agli investùnenti nel Mezzogiorno delle aziende a partecipazione statale, per esempio) e -a volte anche di quegli autorevoli uomini di scienza che si ritengono « abituati a considerare i proble1ni economici per - quel clie sono » (pensiamo al prof. Corbino che si opponeva alla legge che istituiva la Cassa per il Mezzogiorno o alle obiezioni più o meno dottrinarie che sono state sol~evate dallo stesso Lenti, da de Finizio, da Papi e da altri tutte le volte che stavano per prevalere a livello di governo decisioni confarmi alle idee J)atrocinat e da un Saraceno o da un Rossi Daria). · Tenipo lungo e tempo breve: in realtà, ad aprire la polemica, furono i fautori del tempo lungo, i quali presero slancio da un articolo di Luigi Einaudi 49 Bibl'iotecaginobianco

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