Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Sacco Ad un'analoga distinzione tra vecchie e nuove forze si può giungere se dal quadro specifico e limitato della lotta fra le autonomie locali e il potere gollista si passi ad un piano più generale: prendendo cioè in considerazione l'azione delle forze politiche, all'opposizione o al potere, in questa prima metà dell'anno, e le loro posizioni su un tema di più grande momento, che è quello delle elezioni presidenziali. Trattare tale tema è, tuttavia, impossibile se si prescinde da un quadro d'insieme delle tendenze oggi in atto nella realtà ·politica francese. I11 effetti la bipartizione (ma forse o·ccorrerebbe dire, come vedremo in seguito, la tripartizione) delle opposizioni sull'in1portanza da accordare alla consulta~ione per l'elezione del presidente a suffragio universale - che dovrebbe aver luogo tra un anno circa - come occasione per t1n rinnovamento del personale politico, e quindi sull'impegno da prendere in tale occasione, è in diretto rapporto con la bipartizio-ne di questo stesso schiera1nento d'opposizione sul problema istituzionale. Anzi, è possibile dire che l'importa11za che le singole forze attribuiscono alla scadenza elettorale presidenziale del '65 sia inversamente proporzionale all'importanza da esse riconosciuta alla necessità di _rico·nsiderare, una volta giunto al suo termine l'episodio gollista, la struttura istituzionale della Francia. Ora, sul problema delle elezioni presidenziali le forze d'opposizione possono essere distinte in base a tre orientamenti principali. C'è, da un lato, un atteggiamento psicologico e politico, emerso chiaramente al recente congresso del Mou.vement Républicain Populaire (di un partito, cioè, che si è a lungo attribt1ita una volontà di rottura e di rinnovamento rispetto alla Terza Repubblica), ma condiviso anche da uomini di altre formazioni politiche. Tale atteggiamento si può riassumere nello slogan: « sopravvivere a de Gaulle ». Meglio, cioè, una sconfitta alle elezioni presidenziali cl1e il rivoluzionamento necessario per razionalizzare e modernizzare l'arcaico ed assurdo schieramento dei partiti,_ ormai inadatti a rappresentare la realtà sociale della Francia degli a.nni sessanta. Si tratta di una posizione che potrebbe essere definit~ « attendista » e che la malattia del generale, nella misura in. cui rende più verosimile l'ipotesi di una sua scomparsa· a breve termine, ha indubbiamente rafforzato. Tale posizione si fonda sulla speranza che, una volta scomparso de Gaulle, i francesi si ritrovino ancora una volta uniti dalle stesse solidarietà e divisi sugli stessi temi che· Ii unirono e li divisero al ten1po della Terza e della Quarta Repubblica; sulla speranza che si apra allora la via di una naturale e pacifica restaurazione della piccola Francia di Doumergue e di Coty, come è già una volta avvenuto dopo la breve parentesi post-bellica, 38 Bibliotecaginobianco

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