Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Sacco pagnata a un massiccio astensionismo (un elettore su due non è andato alle urne) e che un settimanale umoristico, « Le canard enchainé », ha sintetizzato molto più efficacemente di Roger Frey, ma forse un po' troppo semplicisticamente, in una vignetta rappresentante un uomo immerso nel più profondo dei sonni - avrebbe dovuto essere certa1nente consolante per i rappresentanti di un regime che sembra a~er posto tra i suoi principali obiettivi l'addormentamento dell'opinione pubblica del paese. E certamente, i cortigiani del regime gollista avrebbero da rallegrarsi della « incredibile stabilità » e della perseveranza, degna di miglior causa, di un corpo elettorale, che, da sei anni a questa parte, attraverso elezioni e referendum, ha dimostrato un'evidente volontà di abdicare ad ogni potere di -decisione per quel che riguarda le sorti del proprio paese. · C'è, tuttavia, qualche osservazione che può fornire le ragioni dell'evidente irritazione provocata fra le categorie dirigenti della Francia gollista dai risultati dell'8 e del 15 marzo: i Consigli Generali dipartimentali, rinno.vati in quell'occasione, era110 stati eletti sei anni or so-no; più precisamente, nell'aprile del 1958, circa un mese prima, cioè, che un p·utsch militare portasse al potere de Gaulle e la sua nuova classe. I gollisti àvevano raccolto, i_nquell'occasione, successi piuttosto magri, conquistando appena il 3 % dei voti. L' « incredibile » stabilità testimoniava dunque una sostanziale fedeltà dell'elettorato francese al personale politico tradizionale, vale a dire al personale politico della IV Repubblica; e ciò non poteva non irritare i gruppi dirigenti emersi. nella scia del generale e in cerca di ·una propria fisionomia, di un definitivo ruolo politico e di un effettivo seguito nel paese. È sig·nificativo, che, malgrado sei anni di esercizio assoluto e ininterrotto del potere, malgrado il controllo totale del più efficace mezzo di propaganda, malgrado una nuova delimitazio-ne dei cantoni decisa pochi giorni prima delle elezioni e chiaramente intesa ad avvantaggiare i candidati gollisti, (soprattutto nella banlieue parigina, tradizionalmente orientata verso sinistra) malgrado l'impegno diretto di un centinaio di deputati e di no-ve ministri che si erano- -candidati in cantoni più o meno sicuri, la gòllista U.N.R. non sia riuscita a raccogliere che il 12C}o dei suffragi, vedendo b~n venti deì propri deputati battuti da oscuri rappresentanti locali qelle tradizionali forze politiche ed addirittura due ministri su nove ignominiosamente bocciati dagli elettori . . Ma si può osservare anche, considerando la rilevantissima p~rcentuale delle astensioni, che quello che si conviene chiamare il paese reale non si riconosce nel personale politico della IV Repubblica molto più di quanto non si riconosca in quello emerso dopo il 1958, anche se, tra 32 Bibliotecaginobianco

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