Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Gala~so comunista; ma, pianificato e attuato con costanza su grande s·cala, è stato proprio questo lavoro minuto- ad allacciare quei legami molteplici e concreti tra il PCI e le masse· da esso controllate ·o controllabili che sono la massima ragione di forza attuale del partito. Dovunq11e è stato possibile, questo lavoro si è concretato (so-prattutto in alcune regioni dell'Italia settentrionale e centrale) in una serie di istituzioni produttive, associative, ricreative, che costituiscono nel loro insieme una struttura di potere di cui il PCI si avvale con grande spregiudicatezza. Dove ciò non è stato possibile, il lavoro si concreta in una serie di attività più fluide, ma sempre tenacemente perseguite e migliorate attraverso lo studio di moduli, motivi e strumenti progressivamente perfezionati. Che cosa ha saputo opporre la democrazia italiana a tutto ciò? La risposta a questa domanda dev'essere, sul piano del problema di fondo dello sviluppo economico-sociale e politico del paese, sostanzialmente positiva. Dopotutto, l'Italia di oggi è un paese assai più moderno di quello di venti anni fa; e, se negli ultimi 1nesi il PCI ha riacquistato insperate possibilità di movimento, resta il fatto cl1e esso appare tuttora destinato ad un isolamento di durata imprevedibile. A lungo andare la rp.essa in mora di un organismo così importante e così ambizioso non potrà non avere .anche su di esso i suoi effetti. Se la per-_ sonalità di Togliatti è valsa a tenerlo insieme, il p·artito è, t~ttavia, ben lontano dal costituire un monolite. Abbiamo già accennato all'ala meridionalistica del PCI come ad un -gruppo riconoscibile, nell'ambito del partito, per una propria individuale fisiono-mia. Di gruppi simili ce ne sono nel PCI molti, scaglionati lungo un arco di orientamenti politici che la recente frattura del comunismo internazio-nale, così come lo sviluppo della società e della democrazia italiane, non potranno mancare di dilatare in misura progressivamente maggiore; e, nel momento in cui si porrà il pro.blema di un'alternativa e di una successione a Togliatti, questa natura composita e potenzialmente contraddittoria del PCI potrà comincia~e a rivelarsi più rapidamente. Ma ognuno capisce da sé quale sforzo .di realizzazioni, quale impegno di rigore morale e politico, quale storico compito di mediazio-ne e di espansione, quale travaglio di approfondimento dei problemi del mo-ndo contemporaneo e dell'Italia moderna tutto ciò ponga alle forze democratiche italiane . • Allo stato dei fatti e nel rapporto attuale delle forze, non è possibile prevedere un declino consistente dell'organizzazione, dell'elettorato e dell'influenza comunista a breve scadenza. Per la stessa dinamica della vita di una democrazia è anzi probabile che, pro,prio in ragione dei progressi che si potranno realizzare, l'area controllata dal PCI possa addirittura allargarsi. M~, se la democrazia italiana saprà tenere fede ai 28 \ Bibliotecaginobianco

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