Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Il P.C.I. e la « nuova unità » mento sostanziale di u11a milizia politica comunista in regime democratico-parlamentare il leader comu11ista ha sempre aderito per autentica vocazione; ed è in ciò, probabilmente, u11a delle radici psicologiche più profonde del suo permanente stalinismo. Le recriminazioni contro il suo « freddo burocratisrno » non si contano. Porre l'accento sui problemi dell'organizzazione è la ricorrente risorsa di uno spirito totalitario come quello di Togliatti e di un partito costretto ai limiti. dello schieramento politico nazionale come il PCI nel 1962. Le vicende successive hanno ulteriormente rafforzato il PCI sia dal punto di vista politico che da quello elettorale. La debole realizzazione del centro-sinistra, la tradizionale irriducibilità della destra italiana, la crisi congiunturale, la fluidità della sinistra del PSI anche dopo la costituzione del nuovo PSIUP hanno ridato al comunismo italiano una possibilità di manovra e una capacità offensiva di cui la democrazia italiana deve fare il massimo conto. Così il partito comunista ha potuto svilupparsi in Italia d11rante questi venti anni. Per molte ragioni è possibile affermare che esso vive tutt'oggi di rendita sulla espansione dei primi anni dopo la Liberazione; per altre ragioni è necessario riconoscere che esso si sviluppa sulla base di quegli ampi movimenti marginali di opinione pubblica cl1e caratterizzano le vicende politiche dei paesi a regime democratico. La mediazione togliattiana - ed è qui un'altra delle sue ragioni di forza - è riuscita a far convivere nel partito l'anima classista di forti gruppi operai e l'anima protestataria di grosse masse meridionali; il burocratismo piccolo-borghese dei funzionari e lo slancio populistico di gran parte della base; una parvenza di dibattito culturale e politico con una sostanziale lentezza di evoluzione dottrinaria; gli interessi di ceti privilegiati e quelli di ceti totalmente diseredati. Lo strumento principale di questa mediazione è, co1ne si è detto, il massimo impulso dato dall'azio,ne organizzativa e propagandistica. Ma quando si parla di organizzazione e di lavoro organizzativo del PCI bisogna intendersi: non si tratta, affatto, come piace immaginare alla destra italiana, di una specie di apertura di una serie di agenzie per lo spaccio pubblicitario di un determinato prodotto. Organizzazione e propaganda stanno qui a significare un lavoro faticoso di individuazione dei problemi miI1uti che la vita di ogni giorno pone nelle varie parti e ai vari ceti del paese. È cioè un lavoro squisitamente politico a c:ui le contraddizioni, il _sottogoverno, l'arretratezza di un paese come il nostro aprono prospettive e possibilità di grande portata. Certo, talvolta la disparità delle situazioni e degli interventi dà luogo ad autentiche impasses dell'azione 27 Bibiiotecaginobianeo

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