Giuseppe Galasso dove il partito socialista non si rifiutò a tanto, le cose hanno finito con . l'andare pressappoco allo stesso modo cl1e in Italia e il partito comunista vi rimane a tutt'oggi, anche elettoralmente, la ·prima o seconda forza del paese. Ma la somiglianza delle situazioni è solo apparente e la validità del paragone è minima. In Italia - a differenza che in Francia - le posizioni comuniste non avevano ancora, nel 1946, eguale . consistenza e solidità, esisteva una grande forza com~ la DC, che da un'alleanza col PSIUP sarebbe stata condizionata a sinìstra in ben diversa misura di quanto poterono fare allora il PSDI e il PRI, controbilanciati per giunta dai liberali, che la presenza socialista avrebbe consentito di non far mai entrare nella coalizione democratica; mancavano i motivi e gli impegni nazio11alistici e imperialistici presenti in. Francia; era piu generalmente ammessa l'esigenza di grandi riforme; ' . e COSI via. Fu per la coscienza di questo debito del PCI verso il socialismo italiano che la reazione comunista, quando - e per giunta nel momento culminante del « miracolo » italiano - si delineò il successo dell'operazione di centro-sinistra, fu insieme così rabbiosa e· preoccupata. Nessuno, agli inizi del 1962, prevedeva la successiva crisi economica e i risultati elettorali del 1963. lJna risposta, tuttavia, al centro-sinistra i comunisti la dettero subito, e fu la febbrile intensificazione del loro lavoro organizzativo e propagandistico. In questo senso è possibile affermare che la Conferenza nazionale di organizzazione tenuta a Napoli nel marzo scorso è venuta a coronare lo sforzo .già fatto in questa materia. Ma per altri motivi è anche necessario dire che essa ha costituito la manifestazione più importante tenuta dal PCI negli ultimi anni. Le elezioni del 1963 avevano dimostrato che cosa significasse per un grande organismo politico essere in grado di svolgere un'azione rapida, intensa e differenziata nel quadro di un paese composito come il nostro, in un momento in cui il suo stesso sviluppo ne accentuava i contrasti e le contraddizioni, la volontà di progresso e l'insoddisfazione per i primi gradini del benessere che si cominciavano a salire. Se c'è stata, p_erciò, affermazione elettorale perfettamente comprensibile in regime parla1nentare, un'affermazione cioè equivalente ad un giudizio del corpo elettorale su come la nazione « se la passa », questa fu proprio l'affermazione comunista alle elezioni ge11erali del '63. L'interpretazione politica in chiave di reazione al centro-sinistra, che. i comunisti ne diedero subito, era ovvia e scontata, ma assai poco fondata. Dal punto di vista politico era vero, invece, che le elezioni del 1963 davano, come s'è detto, un nuovo impulso al predominio esercitato da Togliatti nel partito. Alla convinzione che l'organizzaz_ione sia mo26 \ Bibliotecaginobianco
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