Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Galasso forza politica straniera, messo ·fuori del gioco delle reali alternative democratico-parlamentari ed ·ultimamente privato dei suoi maggiori e - più importanti alleati - possa,· tuttavia, non :solo conservare la forza della presenza comunista in Italia, ma vedere attraverso gli anni espandersi quasi senza interruzione la sua area di influenza elettorale e psicologica nel paese. Naturalmente, in questo come in tutti gli altri fenqmeni della società, nulla c'è di veran1ente incompre11sibile. Si tratta solo di ricercare ed individuare la genesi del fatto. Il PCI ha avuto in Italia due grandi periodi di espansione, l'uno tra il 1944 e il 1946 e l'altro tra il 1948 e il 1952. Nel primo di questi periodi il partito si avvalse in misura straordinaria del fortissimo contributo che esso aveva dato alla lotta antifascista durante il ventennio e che continuò a dare, intensificato ed allargato, durante il biennio della Resistenza armata. L'antifascisn10 e la Resistenza spiegano però solo in parte le fortune comuniste di quegli anni. Non certo inferiore era stato l'impegno antifascista del Partito d'Azione, che ebbe invece fortune politiche tanto minori; mentre il PSI e la DC, con una tradizione di lotta antifascista meno i11tensa (specialmente la DC). di quella del PCI, si rivelarono nel 1946 elettoralme11te più forti. Accanto all'antifascismo altri fattori promos~ero quindi l'espansione comunista dopo la Liberazione, e tra essi almeno due sono facilmente individuabili: da· un lato, il prestigio internazionale acquistato dall'Unione ·sovietica e dal comunismo come forze i11 via di. mutare rapidamente il volto dell'Europa, se non del mondo; dall'altro, il_carattere radicale e drasticamente classista che la lotta politica e sociale assunse nel paese, sconvolto e immiserit9 dalla guerra, troppo a lungo e immeritatamente compresso dalla dittatura, alle prese con vecchi e nuovi problemi, nelle più difficili condizioni materiali e psicologiche. Si può, tuttavia, giudicare che nel 1946 il peso di questi elementi era stato bloccato e cl1e la suggestione di prossimo e radicale mutamento esercitata dal PCI andava declinando. Escluso, senza gravi difficoltà, dal governo nel 1947 e battuto in maniera decisiva alle elezioni del 18 aprile J948, il partito ebbe, tuttavia, proprio allora il suo secondo periodo di espansione. Questa volta il PCI si mosse sulla linea di una intuizione lentamente emersa dalla lotta politica dell'immediato dopo•• guerra; e cioè a dire, l'intuizione delle possibilità di azione che ad un partito dinamico e moderno offriva la tradizionale e sempre pau~osamente squilibrata situazione del Mezzogiorno. Le grandi lotte per la terra, il Movimento di Rinascita, la penetrazione nella borghesia professionistica e intellettuale, la diffusione nelle masse sottoproletarie delle poche grandi città del Mezzogiorno furono i momenti simultanei 24 Bibliotecaginobianco

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