Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Galasso del territorio nazionale, dalla sovrabbondanza di manodopera e quindi dal livello tremendamente basso dei salari e, infine, da t1n artificioso sostegno concesso dallo Stato al· ceto privilegiato ai· danni di tutta la collettività » (Togliatti, nel numero di « Rinascita » già citato). I reali e indisconoscibili elementi storici e strutturali cl1e in parte sosta11zia110 tale analisi sono, tuttavia, fortemente viziati da una determinante in-. comprensione di alcune dimensioni della realtà econo~ica moderna e, in ispecie, del suo più recente corso. Una di queste dimensioni riguarda, ad esempio, la misura dell'impresa richiesta dalla tecnologia e dalle esigenze di remunerazione produttiva del capitale nel mondo moderno. Da questo punto di vista uno dei dati che più caratterizzano la struttura ancora arretrata dell'~conomia italiana è il fatto che le maggiori imprese italiane si pongono, su scala mo·ndiale, dopo alcune diecine di_ imprese americane ed europee. Di raffronti con i giganteschi co·m·- plessi produttivi sovietici non si dispone, ma, se se ne disponesse, essi non mancherebbero di aggravare ulteriormente la posizione delle imprese italiane nelle graduatorie internazionali. Ciò significa o che il grado di concentrazione delle principali attività economiche italiane non è così progredito come si afferma o che il massimo grado di co-ncentrazione attualmente possibile in Italia, è, su scala internazionale, . tuttora poco rilevante. Nel primo caso la polemica co·ntro i_mon~poli non avrebbe senso;· ma nel secondo caso, che è quello che effettivamente si dà, essa dovreb.be condurre difilato alle posizioni di collabo- . razione internazionale e di integrazione europea che i democratici italiani hanno tempestivamente affermato e che il PCI avversò violentemente dapprincipio. e continua, con minore convinzione, ad avversare tuttora. Una seconda dimensione dell'economia moderna incompresa nei circoli comunisti è la formidabile capacità di generale promozione economica e sociale di cui il capitalismo e la tecnologia moderni sono di per se stessi dotati, anche quando ed anche se vengono co-n- . trollati e utilizzati da ristrette oligarchie in funzione dei loro interessi. Nel mondo occidentale questo è un dato di dominio ormai comune nelle più disp~rate situazioni. Ma nella stessa Russia sovietica la promozione economica e sociale si è andata via via intensificando, nonostante le incalcolabili distrazioni di capitale ad usi particolari operate dal regime; e qualcosa del genere vediamo accadere oggi perfino nella Spagna di Franco per la timida rivoluzione industriale ivi in atto. Sulla base di queste e di tutte le altre incomprensioni che ne derivano o vi si accompagnano, i comunisti hanno costantemente sbagliato, a partire dal 1946, tutte le loro diagnosi sullo svjluppo economico e sociale dell'Italia: il piano Marshall avrebbe ridotto l'Europa alla con22 \ Bibliotecaginobianco

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