Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Galasso insiste con dichiarata finalità eversiva sulla necessità di una grande e generale offensiva economica ·e politica del sindacato, ma che insieme intende spingere il suo co-ntrollo e far perno :anche sul « ceto medio produttivo » nel quadro di un'alleanza di classi e di ceti a carattere semi-rivoluzionario? La realtà è che, ancor oggi, il con1unismo sta a rappresentare uno dei maggiori problemi dello sviluppo democratico in_ Italia; e, se nei momenti di maggiore forza della democrazia italiana il pro·blema appare accantonabile o addirittura superato, nei momenti di « stretta » (per usare lo stesso termine comunista) esso si ripropone in tutta la sua dram1naticità e il con1unismo italiano ripropone la sua alternativa (sia pure indirettamente, attraverso le inesauribili variazioni della formula frontista) con rinnovata virulenza. Allora il PCI dimentica di aver tenuto verso il centro-sinistra, a dir poco fino alle elezioni del '63, un atteggiamento equivoco e possibilista, percl1é non sapeva in nessun modo osare di disconoscerne apertamente il carattere democratico; dimentica di aver tenuto verso il PSIUP un atteggiamento di una freddezza unica fin quasi ad ieri e verso i « lo-mbardiani » un atteggiamento di superiorità· e di disdeg_no; dimentica di aver in qualche occasione addirittura sconsigliato ai socialisti _di provocare crisi di governo; dimentica di aver dovuto più volte rinunciare allo sforzo di distinguer~, per separarli, la base e il vertice democristiani. Sono queste le occasioni in cui il PCI esce dal suo altrimenti incurabile complesso di persecuzione e risponde, come faceva l' « Unità » il 23 luglio, a chi gli contesta di aver « messo in frigorifero » molte grandi forze popolari italiane, affermando con sicumera che ad esso, e solo ad esso, si deve se in Italia vige ancora un regirne democratico. La risposta è assolutamente infondata: infondata sul piano storico, perché (anche a prescindere dal fatto che, a dir poco, in alcu11i momenti la democrazia italiana ha dovuto difendersi precisamente e soprattutto dal PCI) il ruolo svolto dagli 11omini dei partiti democrati~i (quelli laici e quello cattolico) nella difesa e- nel sostegno del regime, con u11 logorio personale in molti casi grandissimo, e la volontà clemocratica degli elettori cl1e a questi partiti hanno dato la possibilità di restare al potere col consenso popolare e nelle più ampie e garantite condizioni di libertà non possono essere disconosciuti da nessu110; ed è infondata anche sul piano dell'occasio-ne polemica specifica, perché ciò che i Nenni e i La Malfa e i Saragat contestano al PCI ·(di aver messo, cioè, in frigorifero così grandi forze popolari) è confermato proprio dal PCI, nel momento in cui l'« Unità» rivendica co-me sostanza del ruolo svolto dal partito il mantenimento del regime democratico e non sa addurre, al di là di questo discutibilissimo contenuto 16 \ Bibliotecaginobianco

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