Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Il P.C.l. e la « nuova itnità » da tempo. Ci si sbaglierebbe, tuttavia, di grosso se si pensasse che questo rinnovato spirito attivistico e offensivo del PCI non sia stato acquistato e non sia mantenuto a costo di pesanti contraddizioni. La contraddizione fondame11tale sta in ciò: che, da un lato, il PCI giudica l'offensiva della destra italiana di oggi di una portata tale da essere suscettibile di alterare addirittura la struttura del potere pubblico; e, dall'altro lato, invece, posiula carne assiomatico che l't1nio1ie delle forze socialiste e di una parte di quelle cattoliche basterebbe non solo a fronteggiare l'offensiva della destra, ma addirittura a determinare la sconfitta decisiva di quest'ultima. In un giudizio di questo genere non si rivela soltanto la solita drasticità e semplicismo di un tipo di analisi politica sostanzialmente astratto e dottrinario, 1nalgrado le sue vistose articolazioni (o velleità) dialettiche; si rivela anche - ed è più importante - la deliberata volontà ài estron1issione dal gioco politico di ttrtte quelle forze, variamente attestate sulla linea di centrosinistra, sulle quali la democrazia italiana può e deve contare per le sue reali possibilità di sviluppo. Senza questa deliberata volontà non si spiegherebbe l'artificiosa campagna contro Nenni alla quale l' « Unità» (passata dai toni radicaleggianti della direzione Ingrao a quelli populistici e demagogici della direzione Alicata) in particolare si è dedicata; non si spiegherebbe l'accento posto sulle manifestazioni di dissenso radicc1 le e socialista all'interno del centro-sinistra e il silenzio quasi assoluto mantenuto nei riguardi del PSDI e del PRI; non si spiegherebbe no11 solo la ripulsa (pur comprensibile) ad una rivalutazione dell'on. Fanfani, ma anche la costante svalutazione (e si dovrebbe forse dire denigrazione) dell'on. Moro; non si spiegherebbe la puntigliosa insistenza -sulle divisioni di cui la DC è suscettibile nella sua base sociale ed elettorale più che su quella di cui è suscettibile al suo vertice. E qui si innesta una seconda, profonda contraddizione dell'analisi della situazione politica italiana di oggi offerta dal PCI. I comunisti lanciano oggi lo slogan della« nuova unità ». Ma, quando al lancio di questo slogan si unisce l'anatema scagliato contro le dirige11ze democratiche più qualificate, quale può essere la sostanza della « nuova u11ità » se non un rinnovato frontismo a direzione comunista quasi apertamente dichiarata? In che può consistere l'autonomia riconosciuta verbalmente ad altre forze politiche e sociali, quando il PCI non sì perita di dare alla stessa CGIL direttive pubbliche ~on una impudenza raramente toccata altre volte e quando, per bocca di uno dei suoi più q~alificati esponenti, la CGIL si dichiara sostanzialmente pronta ad accettarle? E quale reale valore democratico si può annettere all'impostazione politica di un partito, che mantiene puntigliosamente le sue professioni di fede classista e 15 Bibliotecaginobianco

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