Il P.C,.l. e la « nuova unità » pitalistica che porta .con sé l'autoritarismo e probabilmente il sacrificio di quel tanto di indipendenza che il paese si è conquistato ». Quali fossero queste forze lngrao non specificava in dettaglio, ma sarebbe emerso nel successivo dibattito. I1nportanti erano, comunque, le sue conclusioni, articolabili in due punti principali: 1 ° « La crisi della politica di centro-sinistra ha creato un'area di forze deluse, incerte, in parte scoraggiate, ma disponibili, forze non riducibili ad un solo partito né a questa o quella corrente di partito. Questa area tenderà ad estendersi mano a mano che le questioni di indirizzo generale si faranno più stringenti »; 2° « In questa prospettiva va effettuata una verifica dell'analisi e del giudizio già dati sulla DC e sul movimento cattolico, al fine di rendere più incisivo il dialogo e di far giungere l'iniziativa là dove le masse cattoliche fanno esperienza di vita associata e dove i quadri cattolici hanno un certo tipo di contatto con le masse. Fattore essenziale di un incontro tra la sinistra operaia e il movimento cattolico - che si realizzi su una base di autonon1ia e spinga le forze cattoliche democratiche a superare i limiti conservatori dell'interclassismo - è l'unità delle forze di orientamer1to socialista ... La nuova unità vogliamo costruirla su contenuti reali di portata immediata e di prospettiva ». La prontezza con la quale il Comitato Centrale del partito ha raccolto il discorso sulle opportu11ità di allargamento dell'azione comunista dischiuse dalla crisi del centro-sinistra e sulla « nuova unità » è st~ta veramente impressionante; e le espressioni un po' stilizzate dell'ordine del giorno conclusivo non la re11dono appieno. Più nt1lla, comunque, in questa seconda sessione, dei dubbi e delle esitazioni affiorate hella prima sessione. Se - come abbiamo n1otivata ragione di credere - il più deciso impulso preso dall'azione del PCI negli ultin1i due mesi circa è dovt1to particolarmente a Togliatti, bisogna convenire che il leader comunista ha dato un'ulteriore prova della sua perizia nel manovrare il partito e della sicurezza con la quale può disporne. Negli interventi della seconda sessione del Comitato Centrale si è tornati a quel linguaggi<? fatto di presuntuosa certezza delle proprie affermazioni e di untuosa autocritica su dati di fatto ed elementi assolutamente secondari che caratterizza il partito nei mome11ti i11 cui esso è più « in fase ». « L'esigenza di evitare conseguenze economiche e sociali negative per le classi lavoratrici e medie, costituisce oggettivamente un. forte punto comune tra comunisti, socialisti, cattolici democratici », ha detto Ferri; « la classe operaia, i co,ntadini e i ceti medi, con le loro espressioni nei partiti e nelle organizzazioni della società ciyile, propongono 13 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==