Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giuseppe Galasso bero contenuto in sé la possibilità di ·una grande svolta democratica del paese; le seconde sono chiaramente conservatrici e si legano addirittura ad una generale esigenza· del capitalismo europeo di serrare le fila e procedere alla massima concentrazio-ne finanziaria e al massimo ammodernamento tecnico per resistere alla aggressività denunciata negli ultimi tempi dal capitalismo americano e mantenere la propria in-. dipendenza verso quest'ultimo. Nella crisi economica ~ politica che ne deriva, o - come diceva l'on. Ingrao - nella conseguente « stretta » politico-sociale, non si è logorato solo l'attivismo di lin Fanfani, ma anche, cosa più importante, « la politica che ha tro"'vato un suo appassionato sostenitore nell'on. La Malfa: politica che sperava di inserire alcune rilevanti riforme settoriali nell'ambito di un sistema pur dominato dalle scelte e dalle convenienze del mercato ». La programmazione e· le riforme, di cui il secondo governo Moro continua a parlare, sono perciò una mera lustra, ché anzi esso « non ha nemmeno la forza e la decisione per colpire determinati interessi corporativi e per imporre una disciplina di classe alle forze borghesi »; e tutto diventa incerto e aleatorio per la portata di un'offensiva di destra che- « comincia a chiamare direttamente in causa la sorte degli istituti democratici, il posto delle assemblee elettiv~, dei partiti, la sorte dei sindacati » e . « mette in discussione le strutture della nostra eco,nomia, la sua indipendenza e collocazione internazio11ale ». Senonché - ed è questo il lato più nuovo - c'è anche un potenziale democratico, di cui il PCI fa addebito a Nenni e al PSI di non aver tenuto conto, sopravvalutando, invece, le po·ssibilità di pressione e di vittoria della destra politica ed economica. Questo potenziale democratico- è fondato sulla lotta economica (il corsivo è dell'on. lngrao·) delle classi lavoratrici, che « pur non essendo da sola... sufficiente a risolvere lo scontro di classe che è en1inentemente politico, ha acquistato un peso e un'incidenza tali da mettere in crisi l'equilibrio conservatore ». Il sindacato deve, dunqu.e, dar luogo ad un'azione pro-gressiva1nente accelerata e intensificata di lotta rivendicativa a tutti i livelli e in tutte le possibili occasioni. Beninteso, esso deve mantenere la sua autonomia; ma il PCI ha verso di esso. t1n compito, che non è di mero appoggio, ma di « partecipazione dall'interno alla costruzione· della lotta e dell'unità necessaria », partendo· « dal dibattito e dalla conoscenza dei contenuti rivendicativi anche per poterne meglio sviluppare tutte ·le implicazioni sul piano eco-nomico, sociale, statale ». Su q11esta base sarà possibile organizzare « un discorso da proporre a tutte le forze che oggi non trovano· una risposta nella politica di questo governo .,- e che resistono alla prospettiva di una politica di nazionalizzazione ca12 Bibliotecaginobianco

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