Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Mario Albertini - Altiero Spinelli cui allude Spinelli, non è che uno strumento organizzativo e propagandistico di tale politica. Mi perm~tta di aggiungere, Egregio Direttore, due parole a proposito dell'astratto radicalismo federalista. È vero che la politica di cui ho parlato, travisata o no, può essere giudicata da qualcuno « astratto radicalismo federalista». Ma nel movimento di unificazione dell'Europa bisogna distinguere bene l'avvicinamento dalla conclusione e tener presente che non ci può essere una sola politica di avvicinam.ento. Ce ne sono necessariamente raolte, a seconda dei vari interessi che entrano in gioco, della loro posizione nello schieramento politico, del loro grado di esperienza supernazionale e così via. In questo ventaglio di politiche di avvicinam.ento il radicalismo è tutt'altro che· astratto, è una componente indispensabile del processo, allo stesso modo del radicalismo mazziniano, al fianco del moderatismo di Cavour, nell'unificazione itatiana. Essendo consapevole di ciò, io non mi occupo dell'avvicinamento per così dire in se s(esso, che risulta dalla somma delle operazioni pos~ibili senza coincidere con alcuna, che è insomma un « accadimento », piuttosto che una « volizione ». Sarebbe sognare, non agire. I o nii occupo di una di queste politiche di avvicinamento, quella che si può fare con una organizzazione che esiste, e va dunque guidata, il M.F.E. Orbene il M.F.E., estraneo com'è agli equilibri nazionali sia per le sue finalità che non riguardano né il governo né l'opposizio-ne delle singole nazioni, sia per la sua struttura supernazionale, che gli permette di vivere solo con un equilibrio interno europeo e lo colloca inoltre fuori dai quadri normali della lotta po-litica (nazionali finché non ci sarà un governo europeo), non può avere alcuna influenza s11,llapolitica immediata, e non può 'avere che una funzion.e autonoma, quella della preparazione della componente europea di un equilibrio· politico· nuovo. La sua logica politica non può dunque essere che radicale, e non può che -.4ivergere da quella moderata, di sfruttamento degli equilibrii esistenti, dei governi, la sola che Spinelli abbia preso in considerazione,· confondendola tout court con l'avvicinamento in se stesso. Resto in attesa della pubblicazione di questa rettifica e La prego di · ac~ogliere, Egregio Direttore, i sensi della mia considerazione. MARIO ALBERTINI Pensare in modo radicale, cioè aridare alla radice delle cose, giudicarle non col metro della loro rispettabilità storica ma coh quello della loro conformità ai valori eh-e si vogliono- realizzare, portarle, come diceva Hegel, davanti al tribunale della ragione, proporsi quindi d_i introdurre una maggiore razionalità nelle costruzioni umane è, secondo me, l'unico modo di pensare fecondo, specialmente in quella difficile e fragile costruzione continua eh~ è la democrazia. Non è quindi il radicalismo che critico in Albertini, ma il suo astrattismo. 127 Bibliotecaginobianco

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