Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Nicola Pierri « centrismo », da allora, significò una posi~ione di difesa, di resistenza. Se queste cose sono vere, la. ripresa della ?inistra democratica negli ultimi cinque o sei anni, dovuto in ispecie al crescente autonomismo del PSI, acquista un significato più lie~o e più pieno di speranze, nonostante o, anzi, proprio per i feroci sussulti delle destre. Ci sc·usi il lettore se il discorso sembra averci portato tanto lontano: è un'apparenza soltanto. In realtà solo in questa prospettiva ci sembra che si possa dare rilievo alla azione di Pastore e discolparlo da quelle tre imp:utazioni. E cominciamo dall'ultima, quella di avere esitato « ad aderire alla tematica dell'apertura a sinistra, che le Sinistre di Base e Gronchi affermarono faticosamente nel partito a partire dal 1954 ». Certo, Pastore ha sempre dato prova di consapevole prudenza nell'esame di prospettive d'accordo col PSI, e ciò proprio perché gli stava a cuore quell'accordo come incremento di democrazia e non come un qualunque espediente di rottura. Ecco, comunque, un brano del suo intervento al Consiglio Nazionale della DC del 12-14 marzo 1955 (cioè proprio verso la fine del «quadripartito» di Scelba): ·.. « Si può restituire· l'accusa che esso [intendi: il PSI] muove alla DC in ordine alle responsabilità per le esistenti remore alla realizzazione degli obiettivi sociali, non essendovi dubbio che, ove esso abbandonas_se determinate posizioni, si determinerebbe nel paese un invincibile elemento di forza e di propulsione per le realizzazioni sociali. Io sono convinto che il PSI sente questi problemi anche se sovente la vivacità polemica potrebbe far pensare il contrario ... Il terreno d'incontro esiste ed è quello dei fatti concreti sui quali occorre portare il dibattito. Già alcuni sono stati enunciati nella relazione del segretario del partito, ed· io me ne compiaccio e ne aggiungo qualche altro: riforma agraria, statuto dell'IRI, criteri di attuazione del piano Vanoni in funzione di antidoto ai monopoli oltre che di sviluppo economico ... Anche in politica estera è possibile tenere ferma la scelta della solidarietà occidentale nello spirito della difesa della pace ... Non si deve avere timore di aprire un c}:liaro dialogo col PSI che valga a precisare a chi risalga la responsabilità della rottura e dell'attuale divisione del mondo in due blocchi». Ed ecco il commento che Nenni scrisse in quella occasione: « La discussione ha toccato il massimo di concretezza negli interventi dei _consiglieri Colombo, Malfatti e Pastore... Per quest'ultimo... il terreno dell'incontro esiste ed è quello dei fatti concreti: riforma agraria, statuto dell'IRI, criteri di attuazione del piano Vanoni, non esclusa la politica estera ... Per l'on. Colombo e per il consigliere Malfatti l'accordo sui fatti concreti non basta. ' Non è possibile ', ,,,. ha detto il p,rimo, 'pretendere un incontro sul piano del riformismo episodico quando resta il diaframma politico'. Ed ha insistito perché l'incontro politico con 122 · Bibliotecaginobianco

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