Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Nicola Pierri guenza (per stimolare la crescita di una nuova classe dirigente) sugli altri piani a quello connessi, soprattutto sul pi_ano sintetico della cultura ... Non si può continuare a ripetere che il sindacato· deve fare il sindacato, senza preoccuparsi di accertare se l'ambiente ·circostante permetta o meno che si sviluppi una corretta azione sindacale. La deter1ninazione d.el fine del sindacato e della sua azione è strettamente connessa col modo di porsi del problema del lavoro in un particolare ambiente storico, così con1'è connessa alla capacità di apertura e di adeguamento dell'ambiente stesso alla problematica relativa ». Così il pensiero sindacale di Pastore giunge alla sua posizione più moderna e suggestiva: quella del sindacato che oltrepassa l'angustia delle richieste settoriali e si pone, entro lo Stato e no-n contro di esso, aderendo in concreto alla situazione storica del paese, come assertore e compartecipe della programmazione. Per questo Pastore è potuto ·passare dal segretariato della CISL alla direzione governativa della programmazione nel Mezzogiorno, senza che ciò gli sembrasse un « abbandono » di posizioni, bensì « il logico sviluppo della linea politica ... sostenuta per tanti anni: si trattava di passare da un settore socialmente ed e~onomicamente depresso ad uno territorialmente· altrettanto depresso». Son parole, anche queste, dello stesso Pastore; e così pure quelle che ora citeremo, pronunciate al III congresso della CISL: « Si tende a metterci ai margini definendoci soltanto assertori di obiettivi settoriali. È un'accusa che respingiamo ~on forza, consapevoli che la CISL non ' si batte solo per posizioni rivendicative, pur se _giuste, ma da tali posizioni è pas- · sata ad altre di impegno al servizio dell'intera collettività nazionale. È per questo che noi continuiamo ad insistere che il sindacato costituisce la leva principale per una politica di sviluppo ed è per questo che ribadisco la necessità di adeguare la nostra azione a tale fine. Solo in tal modo si spiega il mio passaggio dal sindacato ad incarichi di Governo. Ho visto nella mia andata al Governo sul piano di una ' necessità politica di svilup-po, una linea di continuità, perché credo in quello che diceva Vanoni e non potevo non accettare la possibilità che mi veniva offerta di contribuire all'attuazione di ciò che egli auspicava ». Il giudizio di Facchi si fa infine particolarmente aspro (e particolarmente ingiusto) in sede di conclusione, quando rimprovera -ai sindacalisti democristiani la presunzione di essere « naturaliter di s~nistra », laddove, rispetto a quella di altre correnti della Sinistra democristiana, « la loro ideologia rivela due importanti motivi di inferiorità »: il primo, che, ritenendo utopistico sop-primere le classi, essi, con· ciò stesso, parlando a nome dei lavoratori, confessano di presentare soluzioni non valide per il corpo s9ciale tutto intero; il secondo, che in base alla loro presunta estrazione di sinistra possono---essersi illusi di fare politica pr?gressista pur quando difendevano posizioni immobilistiche. 118 \ · Bibliotecaginobianco ,

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