Nicola Pierri italiana ». Il suo ruolo, quale si è venuto chiarendo in questi anni, è piuttosto quello di favorire e utilizzare « iniziative di estensio·ne del potere economico dei politici se però si svolgono secondo un processo relativamente ordinato e controllato »; e un simile atteggiamento, « logico per quelle tendenze di sinistra che non danno un significato• democratico alla ridistribuzione del potere (s_itratta cioè di suddi~iderlo diversamente tra gruppi ristretti e no·n di allargarlo- all'insieme della collettività), appare fortemente contraddittorio se riferito alle tendenze di sinistra cl1e intendono dare significato e portata democratici alla ridistribu- . z1one ». Confessiamo di non .riuscire a scorgere un nesso• logico di necessità fra queste varie proposizioni. Ridistribuire diversamente il potere, sia .pure tra gruppi ristretti, ci sembra implicare comunque un superamento dell'equilibrio precedente e la creazione di un equilibrio nuovo. Quanto all' « estensione del potere economico dei politici », gli stessi autori ci dicono altrove che essa è un « elemento dinamico» in vista dell'estensione democratica del potere stesso, nella misura in ·cui ne sottrae una parte ai detentori privati tradizionali e so-prattutto nella misura in cui riafferma il « pro·blema dell'estensione alle decisioni economiche della democrazia _politica e quello della necessità pe~ lo Stato .di esercitare (anche in campo ·economico) quelle funzioni che risulta110 di interesse generale e quindi di sua co·mpetenza ». Se ciò è vero (e a noi, entro larghi limiti, pare che lo sia), che significato .ha l'osservare che la Sinistra· democristiana accetta o pro·muove le iniziative dirette a trasferire quote di potere eco·nomico ai politici solo a patto che esse avvengano secondo un « processo ordinato e controllato »? Sarebbero forse più utili se avvenissero in mo-do· inco•ntrollato e caotico? Più esatto sarebbe dire che noi vo-gliamo, per lo stesso nostro amore della libertà e della sua espansione, una radicale e democratica ridistribuzione della ricchezza e del potere, quale .finora non si è potuta (e talvolta voluta) conseguire. Comunque, questo carattere pur « relativamente » e limitatamente « dinamico·», attribuito da Galli e Facchi alla Sinistra democristiana, viene concesso in misura assai piccola o forse addirittura n·egato alla posizione di Pastore. Quando Galli fa la· storia della Sinistra -democristiana (giacché, dopo una comune prefazione, i due autori si dividono i compiti), la figura di Pastore appare scolorita e secondaria; e quando Pacchi analizza le ideologie (non come teorie più o meno vere, ma come proposizioni politicl1e), il pensiero di Pastore è costantemente abbassato rispetto a quello di altri esponenti o gruppi di sinistra della D.C. (come è noto, la Sinistra democristiana non---costituì mai un movimento· omo,geneo, essendo rappresentata da più gruppi politici, agenti 1-lO \ Bibliotecaginobianco
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