Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Giulio Pastore centro, e spesso a loro volta suddivise in un centro-destra, in un centro-sinistra, e così via. Questi gruppi acquistano la fisionomia della corrente soltanto quando si danno un minimo di organizzazione: tengono riunioni, riconoscono dei capi, presentano liste prop,rie ai congressi o votano in maniera uniforme e prestabilita, pubblicando giornali, opuscoli, libri. Gli statuti dei partiti quasi se1npre proibiscono la formazione di tendenze organizzate e l'ideologia ufficiale dei partiti quasi sempre condanna lo spirito frazionistico. Tuttavia le correnti esistono ormai in. molti partiti. Le correnti della Democrazia Cristiana si sono costituite p-rogressivamente in strutture semp·re più rigide man rnano che il potere del partito andava consolidandosi in Italia. In origine si trattava di semplici raggruppam.enti, che, anche se disponevano di pubblicazioni periodiche, come i Dossettiani o i Vespisti, tuttavia non erano organizzati capillarmente nelle sezioni. Erano dirigenti amici che si sentivano affratellati da certe idee in comune, oppure, come per i sindacalisti, che ritenevano di rappresentare gli stessi interessi. La lotta fra questi gruppi diventa però più accanita, con il decadere della figura dominante di De Gasperi, 1na soprattutto quando ap1 pare chiaro che il controllo del partito corrispondeva, o poteva corrispondere, al controllo del governo. Chi aveva il1 mano la segreteria del partito poteva decidere le sorti del governo; chi invece si opponeva, nel partito, al gruppo dominante, si opponeva anche a una deter1ninata gestione degli affari nazionali. L'importanza delle Sinistre democristiane sta tutta qui. Esse non furono, o sono, semplici correnti d'opposizione di partito. Detenendo la Democrazia Cristiana il governo in maniera stabile, esse hanno finito per assumere la funzione di vere e proprie opposizioni nazionali. Ad esse è riservato il privilegio che non hanno le altre opposizioni, e cioè la possibilità di arrivare al potere nel paese, attraverso il controllo del partito. Assai più che le altre opposizioni, esse possono decidere la caduta di un governo. ·Non si creda per questo che gli altri partiti d'opposizione alla Democrazia Cristiana, si trovino alla sua destra o alla sua sinistra, non abbiano alcuna possibilità di modificare la distribuzione del potere politico in Italia. Se si prescinde dall'ipotesi di un cambiamento di regime, i partiti d'opposizione possono accrescere o diminuire il loro potere partecipando alla lotta che si svolge per il controllo della Democrazia Cristiana stessa. La lotta fra le correnti democristiane ha pertanto un significato nazionale. Ad essa partecipano tutti i gruppi che si contendono il potere politico in Italia, siano essi partiti politici, gruppi di interesse, organismi religiosi come la Chiesa. Anche una dichiarata astensione da questa lotta finisce per esercì tare un influsso indiretto, in quanto favorisce la parte contraria. lvla dopo quindici anni di regime democristiano ormai tutti si rendono conto che il controllo del potere politico p1assa attraverso il controllo del partito dominante». Va subito detto che, secondo Galli e Facchi, la Sinistra democristiana - sia per riflesso della generale debolezza di tutte quante le . . sinistre in Italia, sia per l'ap·parenza ad un partito composito, e in ultima analisi sotto la soggezione della gerarchia ecclesiastica, sia infine per la propria frantumazione e i pro·pri limiti - non giunge a volere un vero « superamento dell'equilibrio esistente attualmente nella società 109 Bibliotecaginobianco

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