Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

Cesare de' Seta vergere e a integrarsi, perché i tentativi di realizzare i modelli teorici portano le teorie a scontrarsi con la realtà, n1entre i provvedimenti per risolvere i singoli proble1ni tecnici n1ettono in luce· le connessioni tra i diversi problemi, e infine il problema unitario· della pianificazione territoriale» (pag. 59). La distinzione propo·sta dal Benevolo ci sembra rispondente di fatto alla realtà: da una parte vi sono gli Owen, i Saint-Simon, i Fouri~r, i Cabet, dall'altra quei tecnici disimpegnati politicamente che hanno in Haussman il loro brillante e geniale pro,totipo. È ovvio che in questo secondo filone trovarono posto burocrati zelanti, ar11n1inistratori e tecnici, totalmente asservi ti alla classe dirigente. Il contributo ideologico degli utopisti, a11che se si ricollega ad una tradizione umanitario-filantropica da élite settecentesca, si concretizza però nella formulazione di piani di totale rinnovamento della società. Owen è il primo che, ipotizzando un nuovo assetto sociale - in cui le attività primarie siano alla base dell'impiego delle forze di lavoro disponibili -, si pone interrogativi concreti, quantunque il suo punto di partenza sia un'utopia: « come questi nuovi coltivatori possono essere distribuiti sul territorio e associati, perché i loro sforzi - si chiede Owen - producano il risultato più benefico per lo,ro stessi e la comunità'? » (pag. 72). 0,1/en risponde con una chiarezza di vedute che sorprende se si tengono presenti le condizioni dell'epoca .. E infatti ci sembra che abbia colto nel giusto il Benevolo osservando che « la proposta di Owen è il primo piano urbanistico moderno sviluppato in ogni sua parte, dalle premesse politico~economiche al programma edilizio e al preventivo finanziario » (pag. 74). Nella cultura del suo paese, per certi aspetti Owen rappresenta quindi il legame fra la tradizio·ne ortodossa e la rivoluzione ideologica co1npiuta dalla sinistra hegeliana: « a· noi oggi il piano di O,ven - commenta il Benevolo - appare importante perché intravvede .per la prima volta i problemi organizzativi imposti dal progresso meccanico e segna l'inizio della nuova linea di pensiero da cui muoverà, poco a poco, l'esperienza urb·anistica moderna» (pag. 75). In Francia, dove la rivoluzione industriale ha un ritmo assai più lento cl1e in Inghilterra, i sintomi di una crisi profonda si incominciano a sentire non prima del 1830. L'aristocratica predicazione di Saint-Simon, che politicamente non mancò• di efficacia, si esaurì nella proposta del « Globe » per il piano di Parigi del '32, assai discutibile sul piano tecnico. Fo-urier, invece, formulò un piano utopistico, inquadrato in un sistema filosofico, economico, urbanistico e legislativo; questo suo piano ebb·e sin dal '32, con· la pubblicazione de La Phalanstére ou la Reforme Industrielle, una periodica ed ampia trattazio·ne. La descrizione della città moderna « anticipa in modo sorprendente il contenuto dei regolamenti edilizi ottocenteschi, attribuendovi un valore risolutivo che sarà smentito· dall'esperienza successiva, e resta forse il contributo più importante di Fourier alla pratica urbanistica successiva» (pag. 86). Il Familisterio di Godin ricalca l'impianto del Falansterio di Fourier in scala minore, con due varianti -importanti: il carattere industriale e non più agricolo dell'impresa produttiva e il ritorno all'abita104 Bibliotecaginobianco

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