Nord e Sud - anno XI - n. 56 - agosto 1964

,,.._ Recensioni del momento ideologico e di quello prammatico (che è alla base di ogni reale volo11tà pianificatrice). Coerentemente a questo assunto, il Benevolo prospetta una scala nuova di giudizio per figure problematiche, quali ad esempio Haussmann, che sembra incarnare il dilemma sempre attuale tra capacità tecnica di contribuire al rinnovan1ento di strutture decrepite ed incapacità di identificare questa energia dinamica con una scelta politica equivalente. Haussmann è. infatti un sincero conservatore, eppure opera con una spregiudicatezza assai efficace: « così stabilisce il prototipo dell'urbanista come operatore specializzato, che declina ogni responsabilità sulle scelte pregiudiziali, quindi in pratica dell'urbanista disponibile per la nuova classe dirigente» (pag. 181). E pertanto il contributo più interessante della sua opera risiede « proprio nel margi11e di h1dipendenza che si concede, come puro a1nministratore, rispetto agli altri organi dello Stato » (pag. 182). Le ragioni di questa dicotomia di fondo sono da ricercarsi nell'origine stessa dell'urbanistica moderna che, successiva alla rivoluzione industriale, nasce pro·prio co·me strumento per risolvere condizio11i di vita nuove. D'altra parte, la borghesia liberale interviene solo nel momento in cui il fenomeno dell'industrializzazione e dell'urbanesimo acquista una dimensione incontrollabile e pertanto rischiosa, nel senso che pone un'ipoteca pesante sull'ordine costituito: ciò spiega perché ancora oggi « la tecnica urbanisti.ca si trova regolarmente in ritardo, rispetto agli avvenimenti cl1e dovrebbe controllare, e conserva il ~arattere di un rimedio applicato a posteriori» (pag. 7). La rivoluzione industriale ha già trovato nella complessità dei suoi fenomeni un'esemplare analisi nello studio di T. S. Asl1ton (La rivoluzione i'rzdustriale, Bari 1947): il Benevolo, riprendendo certe proposizio11i, le interpreta in chiave urbanistica. Il risultato della trasformazione della tecnica produttiva e dell'organizzazione del lavo,ro, egli dice, si ripercuotono a breve distanza st1ll'organizzazione residenziale: << perciò la modifica degli insediamenti, messa in moto dalle prin1e trasformazioni organizzative e accentuata dalle in11ovazioni tecniche, assume il carattere di una vera crisi, alterando bruscamente l'antico equilibrio tra città e campagna e creando nuove. tensioni che si potranno riequilibrare solo a lunga scadenza» (pag. 14). Lo squilibrio tra città e campagna, in realtà, raggiunge in questa fase un punto di crisi radicale (ed è questo il problema di fondo dell'urbanistica moderna: ristabilire l'antico equilibrio). Le ragioni di tale fenomeno sono sostanzialmente da individuarsi nella impostazione ideologica delle correnti rinnovatrici, le quali, per la prima volt~, comprendono in termini attuali i problemi scaturiti dall'industrializzazione, ma non propongo.no alternative tecnicamente operanti. Infatti, « ci si avvicina ai pro-blemi dell'urbanistica moderna o partendo da un modello ideolo-gico globale, che è presentato in alternativa alla città esistente é che si tenta di realizzare sperimentalmente lontano da questa, oppure partendo dalle singole esigenze tecniche, connesse con lo sviluppo della città industriale, e cercando di correggere i suoi singoli difetti. Le due linee_ tendono a con103 Bibliotecaginobianco

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